top of page

Titolo grande

Avenir Light una delle font preferite dai designer. Facile da leggere, viene utilizzata per titoli e paragrafi.

Cerca
Immagine del redattoremichemar

American Pastoral (2016)

Aggiornamento: 11 gen


American Pastoral

HongKong/USA 2016 dramma 1h48’


Regia: Ewan McGregor

Soggetto: Philip Roth (romanzo)

Sceneggiatura: John Romano

Fotografia: Martin Ruhe

Montaggio: Melissa Kent

Musiche: Alexandre Desplat

Scenografia: Daniel B. Clancy, Gregory A. Weimerskirch

Costumi: Lindsay McKay


Ewan McGregor: Seymour "Svedese" Levov

Jennifer Connelly: Dawn Dwyer Levov

Dakota Fanning: Merry Levov

Rupert Evans: Jerry Levov

Peter Riegert: Lou Levov

Valorie Curry: Rita Cohen

David Strathairn: Nathan Zuckerman

Uzo Aduba: Vicky

Mark Hildreth: agente Dolan

Molly Parker: Sheila Smith


TRAMA: Seymour "The Swede" Levov, rampollo di una famiglia ebrea appartenente alla classe medio-alta del New Jersey, fu una star sportiva ai tempi del liceo ed è ora un imprenditore di successo. La sua vita perfetta però si disintegra gradualmente a causa delle turbolenze politiche che attraversano gli anni Sessanta.


Voto 6

Quando venni a conoscenza che Ewan McGregor avrebbe indossato i panni dello Svedese Levov e avrebbe affrontato la trasposizione del voluminoso e impegnativo romanzo epocale di Philip Roth stentai a crederci. Come si poteva tradurre al cinema un’opera così complessa e intensa, che racconta decenni di vita americana e nel particolare di una famiglia ebrea con tante sfaccettature e avvenimenti, senza disperdere il patrimonio narrativo di uno dei più grandi scrittori del ‘900? (che ingiustizia non avergli assegnato ancora il Nobel!)

Ritenevo fosse un’operazione impossibile ma la curiosità e le aspettative mi misero in angoscia e ciò che temevo è purtroppo avvenuto, un po’ perché in fondo Ewan McGregor è “solo” un ottimo attore e non un regista esperto, un po’ perché in 2 o 3 ore o ancora di più non si può raccontare quell’America, quella generazione e quella famiglia. E pensare che addirittura il regista/attore qui ha realizzato un film di solo 108’! Al massimo si poteva provare con un serial, che io personalmente non sopporto (ma quando finiscono gli episodi?) ma mai si può tradurre quei sentimenti scritti, quelle meravigliose giravolte temporali, quell’avvicendarsi di avvenimenti ora minimali ora epocali di una famiglia come rappresentazione dell’America intera. Mai, impossibile.

Ewan McGregor ci ha provato, poverino, ci ha messo tanto impegno, ci ha portato il suo modo di recitare calmo e trattenuto, i suoi sguardi e i suoi gesti, forse un po’ troppo simili – cosa che mi è venuta subito in mente vedendolo così vestito, così pettinato, lontano mille miglia dal perfetto polanskiano L’uomo nell’ombra - al suo giovane Ed Bloom del Big Fish bartoniano (a momenti pare indossi gli stessi abiti!) ma il risultato è fiacco anche se lodevole. Lui cerca di addossarsi sia i sensi di colpa intimi provati dal protagonista, le afflizioni di una storia familiare che aveva sognato tanto diversa, le responsabilità di una figlia che non riesce ad avvicinare – il suo più grande cruccio -, sia il fardello di un libro-capolavoro che se finora nessun grande regista aveva pensato di affrontare un motivo ci sarà stato.

Notevoli e da elogiare la bellissima fotografia calda di colori forti di Martin Ruhe e l'ottima ambientazione nella accurata scenografia di Daniel B. Clancy e Gregory A. Weimerskirch che ci portano nella memoria degli anni del romanzo.

La grande Letteratura non è sempre trasportabile in altre arti, non sempre.

Altri romanzi di Roth sono arrivati sul grande schermo e raramente con successo: i suoi libri sono un’altra cosa, specialmente se la Pastorale viene giustamente inquadrata nella sua intera trilogia, assieme cioè con Ho sposato un comunista e La macchia umana (altro film non perfettamente riuscito).

Qui McGregor ci prova e ci si deve accontentare. Forse è meglio non conoscere il romanzo per godersi meglio il film, ma si perderebbe uno dei libri fondamentali del secolo scorso.



34 visualizzazioni0 commenti

Post correlati

Mostra tutti

Land (2018)

Comments


Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

bottom of page