Anna Karenina (2012)
- michemar
- 3 apr 2023
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 15 mag 2023

Anna Karenina
UK 2012 dramma 2h9’
Regia: Joe Wright
Soggetto: Lev Tolstoj (romanzo)
Sceneggiatura: Tom Stoppard
Fotografia: Seamus McGarvey
Montaggio: Melanie Oliver
Musiche: Dario Marianelli
Scenografia: Sarah Greenwood
Costumi: Jacqueline Durran
Keira Knightley: Anna Karenina
Aaron Taylor-Johnson: Conte Aleksej Vronskij
Jude Law: Aleksej Karenin
Matthew Macfadyen: Stepan Arkadevič Oblonskij (Stiva)
Kelly Macdonald: Dar'ja Aleksandrovna (Dolly)
Domhnall Gleeson: Konstantin Levin
Alicia Vikander: Ekaterina Ščerbackaja (Kitty)
David Wilmot: Nikolai
Michelle Dockery: Principessa Mjagkaja
Emily Watson: Contessa Lydia
Eros Vlahos: Boris
Olivia Williams: Contessa Vronskaja
Holliday Grainger: Baronessa
Steve Evets: Theodore
Buffy Davis: Agafia
Raphaël Personnaz: Aleksander Vronsky
Shirley Henderson: Meme Kartasov
Hera Hilmar: Varja Vronskaja
Ruth Wilson: Principessa “Betsy”
Bill Skarsgård: cap. Machouten
Cara Delevingne: Contessina Sorokina
Susanne Lothar: Principessa Shcherbatskya
Pip Torrens: Principe Shcherbatsky
TRAMA: Nella Russia zarista di fine diciannovesimo secolo, Anna Karenina è intrappolata in un matrimonio senza amore con l'ufficiale governativo Alexei Karenin, dal quale è nato anche un figlio. Conosciuto per caso il giovane tenutario Conte Aleksej Vronskij, Anna si rende conto di provare per la prima volta l'ebbrezza del vero amore e, decidendo di sfidare le convenzioni dell'alta società, abbandona la sua famiglia per ricercare un illusorio frammento di felicità.
Voto 6,5

Come Frankenstein e Amleto, Anna Karenina è una pietra di paragone letteraria a cui i registi ritornano regolarmente. Non si contano quante siano le versioni cinematografiche, sin dalla prima versione, un muto tedesco del 1910, ad oggi, un numero notevole, a cui si devono aggiungere gli adattamenti televisivi anche a puntate. Una infinità (che ha visto dive d’altri tempi come Greta Garbo e Vivien Leigh) a cui si accoda la versione di un regista, Joe Wright, che ama portare sul grande schermo i grandi classici come Orgoglio e pregiudizio e Espiazione e ultimamente anche Cyrano, ma che non disdegna incursioni nel genere dei thriller (La donna alla finestra) e dei film d’azione (Hanna). E poi ancora storici e fantasy. Insomma, un regista di gusti variegati. Ma sempre adeguando le trame classiche ad uno spirito molto moderno, ridipingendo eventualmente il carattere della protagonista (quasi sempre femminile).

La dimostrazione la si ottiene anche in questa occasione. Wright, infatti, lavorando sulla sceneggiatura del celebre drammaturgo Tom Stoppard, sceglie di fare alcune cose insolite con il celebre romanzo di Tolstoj. La tragedia centrale rimane intatta con la vivace Anna (Keira Knightley), moglie del rispettato Aleksej Karenin (Jude Law), che intraprende una torrida relazione con un ufficiale di cavalleria russa, il conte Vronsky (Aaron Taylor-Johnson). Ma Wright dà un taglio diverso alla storia d'amore rendendo Anna e Vronsky egocentrici e non particolarmente simpatici e trasformando il marito, che di solito è ritratto come meschino e dispettoso, in una figura comprensiva. È un approccio audace che rinfresca il materiale, almeno fino alla fine, cioè fino a quando la discesa di Anna nella depressione e nella tossicodipendenza uccide il ritmo.

Nel corso degli anni, i registi hanno lottato con il compito apparentemente insormontabile di condensare un manoscritto di un migliaio di pagine in un film di due ore. Una vittima frequente di questo processo è che la relazione secondaria del libro tra Konstantin Levin (Domhnall Gleeson) e Ekaterina Ščerbackaja detta Kitty (Alicia Vikander) viene eliminata. Ed invece, in loro onore, Stoppard e Wright, sceneggiatore e regista, mantengono intatto almeno lo scheletro di questa sottotrama, come se avessero valutato che fosse necessario bilanciare con qualcos’altro la tragedia nel triangolo Anna/Vronsky/Karenin. Alla storia di Levin e Kitty viene quindi concesso abbastanza tempo sullo schermo, come le scene centrali della loro relazione, in cui interagiscono giocosamente tra loro tramite missive amorose.

Il divertissement che i due autori si concedono è apparecchiare la storia in un contesto teatrale: la camera da presa spesso fa una panoramica all'indietro per mostrare i lati del palcoscenico e i posti a sedere nel teatro, le scene si svolgono dietro il sipario e nelle travi, lo scenario viene occasionalmente spostato manualmente, la colonna sonora è talvolta suonata da musicisti sul palco. Insomma, la tragedia della trama si traveste da spettacolo (aspetto che attira sempre Wright, in ogni film), tanto da traboccare da realismo drammatico a magica narrazione spostando i confini tra il teatrale e il cinematografico. Se il commento musicale di Dario Marianelli fosse stato sovrastante, si sarebbe potuto parlare di accostamenti al cinema ipercolorato e frastornante di Baz Luhrmann. Per fortuna meglio così.
Ancora una volta l’attrice al servizio dell’opera di questo regista è Keira Knightley, che rende innegabilmente la sua Anna una donna stridula e forse poco attraente, una nevrotica egoista che soffre di una qualche forma di malattia mentale, esacerbata dall'ostracismo sociale che accompagna la sua relazione. Se l'intenzione dell’attrice e del regista era questo, tutto ok ed è centrato, altrimenti c’è qualcosa che non fila. Ma la bella Keira è solitamente brava e la sua presenza rende bene il concetto che domina questo personaggio centrale. Piuttosto è Aaron Taylor-Johnson che risulta alquanto algido e, per rendere l’idea, unidimensionale ed in verità, a mio parere, non si riesce mai a notare la chimica necessaria tra i due per un amore così travolgente. Al contrario di Jude Law, che rende molto meglio il suo Karenin, marito offeso ma riflessivo che cerca di fare sempre la cosa giusta. Se la cavano bene anche Matthew Macfadyen, Kelly Macdonald, Domhnall Gleeson, Alicia Vikander.

La cosa migliore che si può dire dell'immersione di Joe Wright nel mondo di Tolstoj è che è discretamente interessante, cosa che non si presenta sempre nelle tante versioni precedenti, almeno per i (diciamo “le”?) fans del genere letterario e cinematografico. Il film inoltre non sembra affrettato, non va di corsa, concedendo tempi giusti alle storie secondarie, il che rappresenta più una curiosità che una rivisitazione radicale. Ovvio che coloro che hanno familiarità con il romanzo (o almeno la storia) hanno molto da discutere e riflettere (i puristi storceranno il muso), al contrario di chi non ama il genere e quindi il film sembrerà qualcosa di più di una soap opera in costume. A cominciare da me, che non ho fatto salti di gioia. Preferisco altro di Joe Wright: il mezzo voto aggiunto è più per la volontà di innovazione che per il giudizio complessivo.
Una ventata, in pratica, di novità e di ammodernamento del romanzo, tanto da diventare anche un film sufficientemente spettacolare, tra balli, musiche, inquadrature suggestive.

Riconoscimenti
Premio Oscar 2013
Migliori costumi a Jacqueline Durran
Candidatura migliore fotografia
Candidatura migliore scenografia
Candidatura miglior colonna sonora
Golden Globe 2013
Candidatura miglior colonna sonora
BAFTA 2013
Migliori costumi a Jacqueline Durran
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