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Away from Her - Lontano da lei (2006)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 22 feb 2019
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 11 giu 2023


Away from Her - Lontano da lei

(Away from Her) Canada/UK/USA 2006, drammatico, 1h50’


Regia: Sarah Polley

Soggetto: Alice Munro (The Bear Came Over the Mountain)

Sceneggiatura: Sarah Polley

Fotografia: Luc Montpellier

Montaggio: David Wharnsby

Musiche: Jonathan Goldsmith

Scenografia: Kathleen Climie

Costumi: Debra Hanson


Julie Christie: Fiona Anderson

Gordon Pinsent: Grant Anderson

Olympia Dukakis: Marian

Michael Murphy: Aubrey

Kristen Thomson: Kristy

Nina Dobrev: Monica

Deanna Dezmari: Veronica

Wendy Crewson: Madeleine Montpellier


TRAMA: Dopo 44 anni di matrimonio, Grant e Fiona sono ancora molto legati l'un l'altra e la loro vita quotidiana è piena di tenerezza e umorismo. La loro felicità sembra oscillare solo in conseguenza degli occasionali riferimenti al passato, che sembrano far pensare che forse il loro matrimonio non è stato solo rose e fiori. La tendenza di Fiona a riferirsi sempre più spesso al passato, oltre alla sua perdita di memoria più evidente che si nota sempre più ogni giorno che passa, crea una tensione che viene però generalmente cancellata facilmente dall'uno o dall'altra. Quando i vuoti di memoria diventano più evidenti e drammatici, nessuno dei due può ignorare che Fiona sia stata colpita dal morbo d'Alzheimer. A quel punto Grant, temendo che la vita di Fiona sia in serio pericolo, intraprende un vero e proprio viaggio d'abnegazione per permettere alla moglie di essere felice per l'ultima volta.


Voto 7

Sarah Polley, attrice poliedrica che ha alternato personaggi brillanti ad altri più seri, spesso intinti di misterioso aplomb, ma sempre con una leggerezza che sa tanto di malinconia – almeno è questo che suscita in me -, debutta nel lungo con un argomento molto serio che è anche difficile, sia per raccontarlo con la giusta dose di drammaticità senza eccedere nel formalismo drammaturgico sia per filmarlo al fine di trasmettere lo sgomento di una malattia improvvisa con la giusta prospettiva, tutto per poter improntare la trattazione del tema con impegno e lucidità, senza sconfinare nell’eccesso.

I ricordi, la memoria, sono elementi che nella vecchiaia cominciano a vacillare, a volte lo scompenso inizia anche presto e allora prende un nome che fa paura: Alzheimer. Quanto fa male vedere un caro che non ti riconosce, che non ti parla ritenendoti un estraneo o scambiandoti per un altro? Che non ricorda più le cose belle che hai vissuto assieme?


Così sono le vite di Fiona e Grant, insieme da 44 anni. Alle prime avvisaglie di Alzheimer per lei, che decide di ricoverarsi in una casa di cura, tutto comincia a sbriciolarsi e ci si sente impotenti, paurosamente impotenti. Come in questo film, ci sono quegli incontri periodici che si chiamano malinconicamente “visite”, in cui si cerca di recuperare brandelli di passato, ci si guarda con rassegnazione, si va via sperando che la prossima visita possa portare insperate novità.

Meravigliosa la prima sequenza, in cui vediamo i due anziani coniugi sciare verso i boschi nella piana campagna abbondantemente coperta dal manto nevoso vicino alla loro casa, nell’Ontario canadese. Scavano delle lunghe strisce nel bianco gelato che si allungano parallele e qualche volta si discostano e divergono allorquando lui sceglie una deviazione al percorso solito: come due destini che ora procedono univoci, ora si allontanano inesorabilmente. Come la vita, che riserva strade differenti anche quando non lo si desidera.

Come la dissolvenza sui ricoverati nella sala da pranzo, persone che svaniscono agli occhi come l’evanescenza dei ricordi che la mente non riesce più a fissare, come fotografie che la camera oscura del fotografo non ha saputo fissare.

Lui allora si informa, cerca, legge: “Attraverso gran parte del cervello pensante placche gelatinose ora premono sui neuroni dall’esterno delle membrane cellulari e nodosi viluppi maciullano i microtubuli trasportatori all’interno delle cellule. In totale si dissolvono milioni e milioni di sinapsi, perché la struttura e le substrutture del cervello sono così altamente specializzate. L’esatta collocazione delle perdite neuronali determina le specifiche funzioni che andranno a deteriorarsi. È come se tanti interruttori di un grosso edificio si spegnessero uno ad uno.”

Julie Christie è la magnifica interprete di Fiona, bella signora bionda anche oggi ma al suo fianco c’è un magistrale Gordon Pinsent nei panni del marito Grant. Parla con i suoi occhi, sottili fessure che cercano di scrutare la moglie, di scorgerne l’antica e perdurante bellezza, di capire come aiutarla, motivo del suo maggior cruccio e segno di un amore mai sopito. Lo sguardo è perplesso comprensivo incredulo. Non capisce perché stia accadendo tutto ciò, proprio nel bel mezzo della vecchiaia che sperava di godere assieme a lei, magari vicino ad un camino il cui fuoco avrebbe scaldato la loro tarda vita e invece adesso un altro fuoco sta bruciando la memoria di una vita intera. Ed è a questo punto che Grant capisce che può renderla felice ancora una volta. Assecondandola.

“Vieni un po’ più vicino / ascolta quello che ho da dire / proprio come i bambini che dormono / potremmo sognare questa notte. / Ma c'è una luna piena che risuona / andiamo a ballare nella luce / sappiamo dove sta suonando la musica / andiamo a sentire la notte. / Perché sono ancora innamorato di te / voglio vederti ballare di nuovo / perché sono ancora innamorato di te / sotto questa luna piena.” canta Neil Young (Harvest Moon) in tante sequenze, mentre sui titoli di coda rieccheggia la sua ‘Helpless’ con la voce di k.d. lang, che canta “Indifeso, baby puoi sentirmi ora? / le catene sono bloccate e legate attraverso la porta / baby, canta con me in qualche modo.”

Sarah Polley rivela la stessa misurata delicatezza e penetrante sensibilità che ha espresso come attrice, seguendo un percorso di regista piuttosto classico, mostrandoci lo sconcerto di chi ama chi non sta bene ma anche l’amore che ha consolidato quel passato dimenticato. Lei ha scritto anche la sceneggiatura, che ha tratto dal racconto ‘The Bear Came Over the Mountain’ del libro ‘Nemico, amico, amante...’ di Alice Munro.


Il film è lento e ci vuole pazienza, ma come poteva essere differente?


Dice Fiona: “I think I may be beginning to disappear.” Penso che potrei cominciare a sparire.


Riconoscimenti

2008 - Premio Oscar

Candidatura miglior attrice protagonista a Julie Christie

Candidatura miglior sceneggiatura non originale

2008 - Golden Globe

Miglior attrice in un film drammatico a Julie Christie



 
 
 

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