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Bussano alla porta (2023)


Bussano alla porta

(Knock at the Cabin) USA/Giappone/Cina 2023 thriller/horror 1h40’


Regia: M. Night Shyamalan

Soggetto: Paul G. Tremblay (La casa alla fine del mondo)

Sceneggiatura: M. Night Shyamalan, Steve Desmond, Michael Sherman

Fotografia: Jarin Blaschke, Lowell A. Meyer

Montaggio: Noemi Katharina Preiswerk

Musiche: Herdís Stefánsdóttir

Scenografia: Naaman Marshall

Costumi: Caroline Duncan


Dave Bautista: Leonard

Jonathan Groff: Eric

Ben Aldridge: Andrew

Kristen Cui: Wen

Nikki Amuka-Bird: Sabrina

Abby Quinn: Adriane

Rupert Grint: Redmond


TRAMA: Durante una vacanza, una bimba e i suoi genitori vengono presi in ostaggio da sconosciuti armati che chiedono alla famiglia di fare una scelta per evitare l'apocalisse.


Voto 6,5

Un perturbante quartetto sbuca da nulla e prende in ostaggio una famiglia, composta da due padri e una bambina di 8 anni, in vacanza in un appartato chalet tra i boschi del New Jersey. Il nucleo familiare è posto di fronte a uno spaventoso dilemma morale: saresti disposto a sacrificare, uccidendolo, un componente della tua famiglia per poter salvare l’intera umanità? Il gruppetto sconosciuto che ha fatto irruzione nella casa è armato con rudi strumenti mortali e appaiono ben presto intenzionati a trasfigurarsi in una versione contemporanea dei cavalieri dell’apocalisse. Davanti agli impauriti uomini Eric e Andrew e alla loro simpaticissima Wen, di chiare origini asiatiche, adottata in un orfanatrofio, i quattro sembrano all’istante minacciosi ma con discorsi non violenti e sciorinano teorie religiose che hanno il sapore della setta. E sono molto convinti di ciò che dicono, ma soprattutto spaventa la loro richiesta, davvero disumana e inaccettabile: per salvare l’intera umanità terrestre da immani catastrofi e quindi dalla certa estinzione del genere umano, i tre, ormai prigionieri, devono assumere una scelta illogica e disarmante. Devono assolutamente decidere chi sacrificare tra di loro per fermare le imminenti calamità che stanno per abbattersi in tutto il mondo. Figuriamoci se Eric e Andrew, persone logiche e moderne, possano mai credere a questa ipotesi e accettare, peraltro, di uccidere il compagno o la bimba, che allevano con tanto amore. Ma ora i due sono legati alle sedie e devono decidersi. In fretta, perché, come mostra la TV, a distanza di qualche ora tra un evento e l’altro, stanno scoppiando epidemie, cadono inspiegabilmente molti aerei, terribili terremoti con conseguenti tsunami sconvolgono la terra. Bisogna che si decidano. E ad ogni rifiuto uno dei quattro intrusi, affranto in lacrime, viene sacrificato davanti ai loro occhi in maniera cruenta. Ecco a che servono quelle armi rudimentali.

La vacanza della famigliola. che stava procedendo felicemente, tra la natura isolata del bosco e la collezione della piccola Wen di cavallette (animaletto biblico, elemento che riprende il tema del flagello in arrivo), prende una svolta più che tragica e, quanto pare, senza via di scampo, data la determinazione con cui i quattro hanno fatto irruzione e con cui vogliono portare a termine il loro angoscioso compito. A nulla serve discutere con loro: parlano come in trance, provengono da punti diversi dell’America, non si conoscevano e si rammaricano che non vengano capiti dai padroni di casa. Come cavarsela? Oltretutto, chi pare il capo del gruppo è Leonard (l’imponente Dave Bautista), è un enorme energumeno difficile da affrontare, ammesso che uno dei padri riesca a liberarsi e a provarci.

“Il mondo sta andando in una brutta direzione, come se il genere umano fosse un esperimento fallito.” dice M. Night Shyamalan, “C’è ancora una speranza: può esserci della bellezza anche nell’oscurità. Sono sempre stato un po’ ottimista in questo senso. Anche nei momenti peggiori, c’è tanta luce dentro di noi.” aprendo uno spiraglio di speranza a questo cupo racconto, tratto dal romanzo di Paul G. Tremblay (La casa alla fine del mondo). Come ama sempre il cineasta statunitense di origini indiane (che anche in questa occasione si ricava il consueto cameo), l’ambiente in cui si sviluppa la trama è ancora un microcosmo come se al di fuori non ci sia più nulla, come in una cupola isolante, così come era successo in Signs, The Village, Lady in the Water, Old (giusto qualche esempio) dove appunto i protagonisti si ritrovano in una fattoria isolata, un borgo dai sentori medievali da cui non si può uscire, un enorme condominio, una spiaggia isolatissima dove si invecchia in poche ore… I mali del mondo intero, lui li restringe in un piccolo habitat, i cui abitanti devono cavarsela con molta fatica e paura, ma in cui alla fine una soluzione si può trovare.

Dati i tempi e l’evoluzione delle varie correnti di pensiero e di manie che scoppiano specialmente tramite i social, intervengono vari fattori che influiscono pesantemente sul comportamento dei personaggi. E quindi sembra di ascoltare complottisti, persone convinte dalla post-verità, fondamentalisti religiosi, adepti di sette pericolose, adepti di QAnon. Fa impressione vederli e ascoltarli, lo spettatore ha gli stessi occhi dei due uomini e della loro povera bambina che stanno assistendo ad una bruttissima esperienza e noi, con loro, speriamo che sappiano trovare una soluzione, roba che anche il più pacifista di noi spera che vengano uccisi con quella maledetta pistola che è rimasta nella loro auto. Ma tant’è! Questa situazione, padroni di casa legati e impotenti davanti all’invasore, ricorda la medesima creata da fantasioso Yorgos Lanthimos con Il sacrificio del cervo sacro: uno deve essere eliminato per salvare gli altri! Ed intanto le catastrofi continuano ad essere mostrate in TV: che sia un video preregistrato dai quattro invasati che hanno pianificato tutto per puro dileggio e massacro? È una scommessa e intanto il tempo passa e si sta arrivando alla scadenza prevista e, allo stesso tempo, arriva il turno per ognuno dei quattro al sacrificio. E quindi sorge il dubbio, in almeno in uno della coppia: se quelli sono così convinti e i cataclismi si stanno avverando sul serio, sarà tutto vero? Oppure, beh, questi moriranno e moriranno tutti sul pianeta, ma a me, che importa, se salvo me stesso e l’amata Wen?

Nel dibattito tra fede e dubbio, si resta immobili a guardare il film, legati alla poltrona come i due uomini, mentre viene spontaneo chiedersi ancora come la religione, una qualsiasi, abbia potuto condizionare tanto il pensiero dell’uomo, per domandarsi, in fin dei conti: a cosa credo quindi, io? Alla previsione dell’Apocalisse o al pensiero logico? Se lo chiede anche Eric, quello più in crisi tra i due, che si convince che i quattro rappresentano veramente tutti gli aspetti dell’umanità: Redmond la malevolenza, Adriane l’accudimento, Sabrina la cura, Leonard la guida. I nuovi cavalieri della nuova Apocalisse.

Menomale che Boogie Shoes (dei KC and the Sunshine Band) – all’inizio e alla fine - ci apre le porte della speranza.

M. Night Shyamalan sa come si conduce la danza in questo genere sempre a cavallo tra il thriller potente e l’horror mai splatter, perché sa bene come gestire le emozioni della tensione mai cattiva. E sa anche scegliere bene e gestire gli attori, tra cui si distingue l’esperto Dave Bautista, a suo agio. Ma chi attrae la simpatia è la bellissima e piccola Kristen Cui, che ancora una volta stimola la domanda di quanto possano essere bravi e abili i piccoli a recitare. Ma dove ha imparato, se non sbaglia mai un gesto, uno sguardo o la declamazione di una frase? Provatela a sentire in originale: una stella è già nata!


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