Come un tuono (2012)
- michemar
- 7 feb 2019
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 2 dic 2020

Come un tuono
(The Place Beyond the Pines) USA 2012 dramma 2h20'
Regia: Derek Cianfrance Sceneggiatura: Derek Cianfrance, Ben Coccio, Darius Marder Fotografia: Sean Bobbitt Montaggio: Jim Helton, Ron Patane Musiche: Mike Patton Scenografia: Inbal Weinberg Costumi: Erin Benach
Ryan Gosling: Luke Glanton Bradley Cooper: Avery Cross Rose Byrne: Jennifer Eva Mendes: Romina Ray Liotta: Peter Deluca Mahershala Ali: Kofi Harris Yulin: Al Cross Dane DeHaan: Jason Glanton Emory Cohen: AJ Cross Ben Mendelsohn: Robin Van Der Zee
TRAMA: Luke è un pilota di motociclette, impiegato in uno spettacolo ambulante. Dovrebbe partire al seguito del carrozzone per una nuova meta, ma scopre di avere un figlio, Jason, nato da una breve relazione con Romina, una ragazza del posto. Resta, dunque, nella provincia dello stato di New York, per provvedere alla sua nuova famiglia e impedire che suo figlio cresca senza un padre, come è accaduto a lui. Le rapine in banche e le fughe in moto sono il metodo più veloce per procurarsi tanti soldi e in fretta, ma "chi corre come un fulmine, si schianta come un tuono".
Voto 7

E’ un trittico sequenziale, e i personaggi sono quattro. Ma non è un triangolo e neanche un quadrato, forse un cerchio; un cerchio che si chiude e il lucchetto è una moto Honda che parte per andare lontano chissà dove. I personaggi rilevanti sono quattro e sono uomini: l’unica donna di rilievo è Romina, una Eva Mendes dolente e per nulla sexy che recita quasi di nascosto, il suo ruolo è quello della mamma del piccolo Jason, il cui futuro benessere è la molla che fa cambiare vita ad uno spericolato stuntman motociclista. Luke, il bello, il biondo.
Derek Cianfrance mantiene il suo stile già visto nel bellissimo e invisibile Blue Valentine (recensione): lunghi piani sequenza, dialoghi spesso sottovoce, riprese soggettive a ridosso dell’attore con frequenti primissimi piani; forse un uso esagerato della camera a mano, traballante fino a sembrare le riprese di noi dilettanti in vacanza. Tra lui e Ryan Gosling il rapporto è sicuramente forte, forse si parlano anche poco prima dei ciak: uno lo inquadra e l’altro ammicca, sorride allargando appena il naso, e ha sempre qualcosa in bocca. Se il Refn di Drive (recensione) gli mise tra le labbra lo stuzzicadenti, Cianfrance qui gli fa tenere sempre una sigaretta, sempre accesa, tranne quando fa il suo mestiere col casco in testa, poi nelle rapine in banca, realizzate perché ha bisogno di soldi.

Molto probabilmente tanta gente dal trailer deduce che sia un film d’azione e spettacolare e invece si sbaglia di grosso. E’ un noir dolente e straziante, proprio come il film precedente di questo regista era una storia d’amore dolente e straziante. Entrambi melodrammi, solo che qui il noir si affaccia piano piano dopo un inizio alquanto mosso e nervoso: in pratica si va a cento all’ora fin quando vediamo sullo schermo il biondo Luke, poi lui sparisce dalla storia anche se domina sempre dal di fuori della trama e il ritmo scende fino a farci stare sulle spine. Inesorabile, il destino porta ad incontrare i figli dei due protagonisti iniziali, quasi fosse scritto nei loro destini sin dall’antichità e quando ancora una tragedia pare si stia compiendo, il mare in tempesta si calma ed ognuno riprende la sua strada.

Su tutta la storia domina il rapporto tra padri e figli. Una paternità scoperta quasi per caso fa cambiare la vita ad un soggetto spericolato e senza scopo nella vita, che trova all’improvviso lo scopo per cui guadagnare: appunto un bimbo che non sapeva di avere. Ma come fare soldi? e facilmente? Semplice. Rapinare banche. E qui incrocia l’altro padre, un poliziotto integerrimo. Ed è qui che finisce l’azione ed inizia il dramma e il ritmo del film si adegua.
Il Cianfrance di “Blue Valentine” balza subito agli occhi nella scena in cui il poliziotto Avery Cross (un incredibilmente bravo Bradley Cooper, qui ancora semisconosciuto) ha un colloquio basilare e chiarificatore con il procuratore distrettuale: dialoghi quasi sussurrati, nervosi, al limite della rottura e del litigio, poi quando sembra tutto irreparabile ecco l’accordo. Sembra di rivedere appunto i colloqui tra Ryan Gosling e Michelle Williams. Sceneggiatura quindi inappuntabile, da cancellare solo la battuta sul presidente Roosvelt, che l’avrebbe saputa fare anche il mio nipotino più piccolo.

Qualcuno in questi giorni ha scritto che il film è una copia non riuscita di Babel, ma non sono d’accordo. Questo è tutt’altro, è una storia sì che intreccia il destino di persone all’apparenza lontane, ma che lontane non sono. E’ il dipanare di una matassa con un lungo filo che ha dei nodi, ma il filo è sempre lo stesso, quello di un destino che non puoi evitare, che sta aspettando che i figli di due padri che si incrocino e si scontrino, come è successo a loro.
A proposito di figli. Dane DeHaan lo abbiamo visto già in Lawless e per me ha un futuro, con la sua predisposizione al tragico e alla sofferenza; come anche Emory Cohen ha un futuro assicurato. La sua faccia è maledetta già adesso e non mi meraviglierò se presto per lui arriveranno film importanti e forse premi. Sono le mie scommesse.
Ero entrato in sala scettico e ne sono uscito entusiasta: bel film, da vedere. Derek Cianfrance ci farà vedere ancora cose interessanti. Però Ryan Gosling adesso deve uscire dallo stereotipo dei personaggi maledetti, non si crederà mica il James Dean del terzo millennio!

Nota a margine, un aneddoto molto divertente del backstage, narrato proprio dal regista.
Come nel suo film precedente, Blue Valentine (2010), Derek Cianfrance ha dato agli attori una direzione contraria in alcune scene. Nel caso di quella in cui Luke cerca di dare dei soldi a Romina dopo aver aggredito il suo ragazzo, Cianfrance disse a Eva Mendes di evitare di prendere i soldi a tutti i costi mentre a Ryan Gosling di darle i soldi con ogni mezzo necessario prima che partisse. Dopo quattro riprese in cui Gosling tentava senza successo di consegnare il sacchettino dei soldi alla Mendes, Gosling si è messo davanti alla macchina e ha messo la testa vicino al volante. La Mendes, che Cianfrance riteneva non fosse una buona automobilista, era così contrariata e frustrata che confuse il freno con l’acceleratore e quasi investì Gosling. Mentre Eva naturalmente iniziò a urlare come impazzita, Ryan, illeso, continuò a buttare i soldi all’interno dell’auto.
Peccato che poi, in sede di montaggio, questa parte finale sia stata tagliata e la scena termina solo con qualche goffo tentativo del protagonista di consegnare il pacco alla donna.
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