Ex Machina (2015)
- michemar
- 27 feb 2019
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 25 mar 2024

Ex Machina
UK 2015 sci-fi/thriller 1h48’
Regia: Alex Garland
Sceneggiatura: Alex Garland
Fotografia: Rob Hardy
Montaggio: Mark Day
Musiche: Geoff Barrow, Ben Salisbury
Scenografia: Mark Digby, Katrina Mackay, Denis Schnegg
Costumi: Sammy Sheldon
Domhnall Gleeson: Caleb Smith
Alicia Vikander: Ava
Oscar Isaac: Nathan Bateman
Sonoya Mizuno: Kyoko
Corey Johnson: Jay
TRAMA: Tra tutti gli impiegati del grande motore di ricerca per cui lavora, Caleb è stato scelto per il prestigioso invito nella residenza del mitologico fondatore della società e inventore dell’algoritmo di ricerca. Arrivato in una zona a metà tra la magione irraggiungibile e il rifugio zen, Caleb comprende di essere stato scelto da Nathan per un importante esperimento. Da decenni, infatti, Nathan è al lavoro sulla costruzione di un’intelligenza artificiale e Caleb deve testarla per capire se abbia raggiunto o meno il suo obiettivo. Il modello attuale con cui Caleb si confronta si chiama Ava, ha forma umanoide, pelle e circuiti, ragiona ed è conscia del suo status.
Voto 8

Fa impressione scrivere di questo bellissimo film alla luce delle ultime applicazioni e dei recenti sviluppi, negli Anni 20 del XXI secolo, della tanto discussa Intelligenza Artificiale, che sta giustamente allarmando i governanti di tutto il mondo, i quali vogliono ricorrere ad accordi su leggi che la possano disciplinare. I pericoli derivanti dalla evoluzione avanzata della IA sono evidenti e rendono urgente l’emanazione di leggi appropriate affinché non rappresenti una minaccia se usata come arma o sistema estremamente dannoso per l’Uomo. Questo film è del 2015 ma bastano pochi anni per ritrovarsi ad una situazione così avanzata che dimostra a quale livello si possa giungere. Ne è una dimostrazione il film di Alex Garland, seppure fantasiosa, teorica, ma non ci vuole molto a capire chi si può arrivare, prima o poi, ad un punto di non ritorno. Il film sembra solo fantascienza ed invece è un vero thriller psicologico che pone seri interrogativi, anche per merito di un eccellente racconto con basi scientifiche e filosofiche, basato sul celebre teorema di Turing. Per questo, Nathan Bateman (Oscar Isaac), il padrone di casa (e dell’intera azienda tecnologica da lui fondata, un performante motore di ricerca che domina il mercato informatico), una volta accolto il prescelto Caleb (Domhnall Gleeson), offre a questi il compito per cui è stato chiamato: deve collaudare Ava, il robot umanoide che ha costruito e metterlo alla prova. Un uomo intelligente come il giovanotto, venendo a contatto per una settimana con la “donna”, dimentica che non sia umana? Perché, se sì, vuol dire che la sua invenzione ha superato l’esame ed è perfettamente integrabile nel mondo d’oggi.

Alex Garland è uno scrittore e sceneggiatore di buon successo, basti ricordare 28 giorni dopo, Sunshine, Non lasciarmi, tutti di fantascienza e qualche volta contaminati appena dall’horror. Passando dietro la macchina da presa, si scrive un bel soggetto sempre del genere sci-fi ma virato fortemente al thriller, soprattutto psicologico. La base è un racconto di tipo classico, ma talmente modernizzato, tra trama e ambientazione, che l’autore ne ricava appunto pura fantascienza. Rimbalzando tra una non celata agorafobia ed una chiarissima claustrofobia, limata appena dalle pareti di cristallo della casa tecnologica in cui si sviluppa la storia, i tre personaggi, veri o non umani, si trovano a giocare pericolosamente in un girotondo che affascina e che tiene ancorato lo spettatore fino alla fine, epilogo che ci lascia a bocca aperta dalla piacevolissima sorpresa della scoperta del film.

Film che è l’occasione definitiva per la vera conferma del talento familiare, ereditato direttamente dal padre, di Domhnall Gleeson, qui al centro della storia con un bel ruolo che affronta l’eterno dilemma del cerebrale confronto tra uomo e macchina. Ma non quella metallica e piena di viti e circuiti elettrici, ma quella moderna, che si muove e, se ben ricoperta, dà la straniante idea di diventare un “essere” semovente e pensante. In fondo, è anche uno scontro tra il cervello e la tecnologia più avanzata, che, quest’ultima, se prendesse il sopravvento ci apporterebbe alti pericoli quando meno alte sono le difese dell’umana intelligenza. E qui, in questo film, Alex Garland prova a metterci paura. Se poi questa “macchina intelligente” ha anche le sembianze di una donna attraente senza essere provocante, sa stimolare i centri nervosi della controparte senza mascherare la propria natura e che anzi attira anche curiosità per questo particolare, allora ecco che la faccenda si complica e procura conseguenze imprevedibili. E il bel viso nordico di Alicia Vikander contribuisce notevolmente alla riuscita del ruolo.

Se tutta la vicenda gira intorno alla potenza finanziaria e imprenditoriale di Nathan, prima affabile poi temibile padrone di casa, alquanto esaltato come un condottiero politico, le sorprese vengono dal robot che attira e spaventa, che incuriosisce fino a farsi avvicinare. Anche troppo, troppo pericolosamente. Altro elemento importante è la asettica ambientazione della permanenza del protagonista nella strana casa di Nathan: muri di cristalli in un bosco praticamente impenetrabile, sofisticati comandi informatici ad ogni porta, casa che prima si rivela affascinante e poi comincia a diventare una prigione da cui è praticamente impossibile entrare e uscire. Forse è una trappola solo per noi umani?

Uno degli aspetti più interessanti del film è nascosto nei dialoghi che avvengono tra Caleb e quella androide: si guardano negli occhi attraverso il cristallo che li separa, si studiano e sopra ogni cosa cercano di capirsi: l’uno affascinato e attratto e perfino stimolato tra il fastidio e la sorpresa da un certo senso di seduzione, l’altra che si comporta ovviamente in modo asettico e robotico ma senza nascondere la curiosità e l’interesse ad assimilare ogni particolare umano, come volesse imparare per diventarlo. È un gioco sottile, intrigante, forse pericoloso, che ha un motivo che subito non si può prevedere. Di certo, la più interessata e freddamente coinvolta è Ava, ma quando si capirà sarà ormai troppo tardi. Solo verso il finale si intuisce che in realtà Nathan non ha messo alla prova la sua invenzione, ma proprio l’ospite. E che lui non è stato scelto perché il migliore tra i suoi dipendenti, bensì perché il più candido, il più facile da ingannare: un’esca che lui ha usato per capire l’efficienza del suo lavoro. Nathan sa già che Ava è dotata di intelligenza: ora vuol solo indagare se lo sia al punto da saper architettare un piano di fuga sfruttando un umano, impiegando le sue doti seduttive tipicamente femminili, come una donna vera, convincendolo della sua bontà d’animo e liberarsi così dalle grinfie del suo padre-padrone-demiurgo. Se così fosse, Ava non avrebbe potuto che ritenersi l’IA meglio riuscita mai creata. Affascinante, no? Ma non è solo così semplice. Perché correndo verso il finale più che mai sorprendente, entrambi i giovanotti credono di aver ingannato l’altro, con colpi di scena che paiono definitivi e non lo sono, in quanto quello vero e decisivo è ad opera della donna fatta di pelle e circuiti ed entrambi resteranno vittime della sua notevole ed efficiente Intelligenza Artificiale, ormai perfetta.

Il giudizio del film è molto positivo, anche per merito dei tre bravissimi interpreti. Un Oscar agli effetti speciali ed una nomination per la sceneggiatura significano tanto per il buon esordio del regista. I tre personaggi sono supportati da tre attori in gran spolvero, mentre la bella Alicia Vikander, con i suoi occhi di cerbiatto, continua a sorprendere positivamente e in questa occasione prende definitivamente il volo nel mondo delle star. Le musiche sono straordinariamente confacenti ed accrescono la tensione che sale a dismisura, mentre la scenografia è studiata alla perfezione assieme alla fotografia: non il solito ambiente fantascientifico glaciale ed amorfo, ma colori forti e caldi, acciaio e cristallo, con muri trasparenti che mostrano quanto l’edificio, sicuro come un bunker, sia immerso nella densa vegetazione della natura incontaminata nell’enorme proprietà dell’imprenditore. Per questo l’ambientazione è stata scelta nel paesaggio norvegese.

Non sempre un film di fantascienza sa sorprendere come questo!
La conclusione è inquietante. Se questi esseri, una volta conciati come un normale umano riesce a penetrare nel mondo tra noi, non sono più riconoscibili e il futuro non è più rassicurante
Ipotesi spaventosa qui rappresentata in maniera ipotetica ma possibile, con un’opera formidabile, ottimamente realizzata e interpretata. Tre attori eccellenti.

Riconoscimenti
2016 - Premio Oscar
Migliori effetti speciali
Candidatura per la miglior sceneggiatura originale
2016 - Golden Globe
Candidatura per la miglior attrice non protagonista a Alicia Vikander
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