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Fronte del porto (1954)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 26 apr 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Fronte del porto

(On the Waterfront) USA 1954 dramma 1h48'

Regia: Elia Kazan

Soggetto: Malcom Johnson

Sceneggiatura: Budd Schulberg

Fotografia: Boris Kaufman

Montaggio: Gene Milford

Musiche: Leonard Bernstein

Scenografia: Richard Day

Costumi: Anna Hill Johnstone

Marlon Brando: Terry Malloy

Karl Malden: padre Barry

Lee J. Cobb: Johnny Friendly

Eva Marie Saint: Edie Doyle

Rod Steiger: Charley Malloy

Pat Henning: Timothy J. Dugan

Leif Erickson: Glover

TRAMA: Terry Malloy, scaricatore di porto ed ex pugile, è il fratello di un boss che controlla il sindacato dei portuali di New York. Dopo aver provocato involontariamente la morte di un operaio che voleva solo il rispetto dei propri diritti, passa dalla parte dei lavoratori. Determinanti in questa svolta sono la sua relazione con la giovane studentessa Edie Doyle, sorella di una delle vittime del racket, ed il sacerdote Barry. Anche da questo lato della barricata però conserva la sua mentalità e i suoi metodi e risolve le ingiustizie a cazzotti.

Voto 8,5



“È questione di classe! Potevo diventare un campione, potevo essere qualcuno invece di niente, come sono adesso, diciamolo!”

Uno dei più grandi film americani esplose in un paese scosso dai tradimenti e dal furore maccartista, dentro e fuori dal set, dentro e fuori dalla trama. Romantico e scottante, proiettò Hollywood verso un nuovo tipo di forte realismo sociale, anche per merito di interpretazioni indimenticabili di attori della generazione successiva alla guerra formatisi nei teatri di New York, secondo i mitici metodi dell’Actors Studio.




Il film era chiaramente ispirato a Crime on the Waterfront, una serie di articoli giornalistici di Malcom Johnson, che svelavano i retroscena del racket nei porti di New York e del New Jersey. Il drammaturgo Arthur Miller iniziò a lavorare alla sceneggiatura su richiesta proprio di Elia Kazan, ma quando (come noto) questi testimoniò davanti al Comitato per le attività antiamericane Miller interruppe ogni rapporto e il regista fu costretto a rivolgersi ad uno sceneggiatore, chiamiamolo, “collaborazionista”, Budd Schulberg. Tutto ciò danneggiò il film nella sua immagine e all’uscita sembrò, alla critica e alla opinione pubblica contraria al maccartismo, una giustificazione e un atto di difesa. Diverse sequenze sono eloquenti per confermare questa tesi, incentrate soprattutto sul personaggio di un indimenticabile e bellissimo Marlon Brando: il furioso litigio con il fratello boss sul taxi, il ritrovamento dei suoi amati piccioni uccisi dal ragazzo che lo ammirava e altro ancora.

Grandi interpretazioni scolpite nella storia del cinema: oltre a Brando si ammira la forte presenza del suo amico di sempre Karl Malden, la grintosa cattiveria di Lee J. Cobb, la bionda bellezza fragile di Eve Marie Saint, lo sguardo duro di Rod Steiger. Senza dimenticare le bellissime musiche di Leonard Bernstein.





Omertà e racket, sentimenti fortissimi e tragedia: con Elia Kazan succede sempre di tutto, e sempre passionalmente.

Ben 8 Premi Oscar: al film, e poi regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio, scenografia, Marlon Brando, Eve Marie Saint.




 
 
 

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