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  • Immagine del redattoremichemar

Glass Onion - Knives Out (2022)

Aggiornamento: 29 mag 2023


Glass Onion - Knives Out

(Glass Onion) USA 2022 thriller 2h19’


Regia: Rian Johnson

Sceneggiatura: Rian Johnson

Fotografia: Steve Yedlin

Montaggio: Bob Ducsay

Musiche: Nathan Johnson

Scenografia: Rick Heinrichs

Costumi: Jenny Eagan


Daniel Craig: Benoit Blanc

Edward Norton: Miles Bron

Janelle Monáe: Cassandra "Andy" Brand / Helen Brand

Kathryn Hahn: Claire Debella

Leslie Odom Jr.: Lionel Toussaint

Jessica Henwick: Peg

Madelyn Cline: Whiskey

Kate Hudson: Birdie Jay

Dave Bautista: Duke Cody

Ethan Hawke: assistente di Bron

Hugh Grant: compagno di Blanc

Dallas Roberts: Devon Debella

Jackie Hoffman: madre di Duke


TRAMA: Cinque amici di lunga data vengono invitati su un’isola greca, casa del miliardario Miles Bron. Tutti e cinque lo conoscono da molto tempo e gli devono la loro attuale ricchezza, fama e carriera. L'evento principale è un gioco, quello del fine settimana, che riguarderebbe l’omicidio dello stesso Bron. In realtà, hanno tutti un motivo per ucciderlo. Tra i presenti c’è anche Benoit Blanc, il più grande detective del mondo.


Voto 5,5

In piena pandemia, l'egocentrico multimiliardario Miles Bron, proprietario della Alpha Industries, organizza una cena con delitto presso la sua immensa villa, denominata Glass Onion, su un'isola del mar Egeo. Gli invitati (richiamati per mezzo di una misteriosa e lussuosa scatola di enigmi) sono i suoi migliori amici: Claire Debella, governatrice del Connecticut; Lionel Toussaint, scienziato a capo della sezione ricerca e sviluppo di Alpha Industries; Birdie Jay, un'eccentrica stilista; Duke Cody, un twitcher e youtuber simpatizzante dell'estrema destra. Anche Cassandra "Andy" Brand, ex-partner in affari di Miles, riceve la scatola degli enigmi; alla festa prenderanno parte inoltre Peg, l'inseparabile assistente di Birdie, e Whiskey, fidanzata di Duke. Il giorno della partenza si presenta anche il celebre detective privato Benoit Blanc: all'arrivo sull'isola, Miles dichiara di non averlo mai invitato e i due convengono che la sua presenza sia uno scherzo organizzato da uno degli ospiti. E così inizia una strana storia di rompicapi e di ritrovo tra amici dell’eccentrico ricchissimo proprietario dell’isola per una riunione che ha l’atmosfera del weekend con il morto. Un morto per gioco e per indovinello.

Oramai ci siamo abituati all’intrattenimento perverso del cinema d’oggi fatto di sequel, prequel, reboot, spin-off e via dicendo che, personalmente, non amo perché, tranne qualche eccezione, indica solo la mancanza di nuove idee e di inventiva da parte di autori e sceneggiatori (così come non sopporto le serie, ma questo è un altro discorso). A volte, è innegabile, il finale di un film provoca il necessario seguito di una storia che ha lasciato lo spettatore nell’attesa di una conclusione non realizzata nella trama originaria ma tutte le altre volte pare un inutile prolungamento di un finale che sarebbe bastato a concluderla. In altre occasioni è per sfruttare l’onda del successo oppure, ed è proprio questo il caso, il film viene presentato come un secondo tratto della storia quando invece è tutt’altro, è un caso a sé. Il presente film ne è la dimostrazione essendo totalmente indipendente dal precedente ed avendo in comune solo il protagonista, l’ineffabile detective privato che rappresenta la versione moderna di Poirot, Benoit Blanc. Se nel primo sembrava di vivere in un tempo indefinito di qualche anno fa, con l’ambientazione in una villa isolata con moltissimi personaggi alquanto stravaganti, coltelli in ogni forma, con l’improvviso assassinio di un anziano signore, capostipite di una razza di gente che si odiava senza dirlo o senza nasconderlo (Cena con delitto - Knives Out), qui siamo in una situazione totalmente differente con gente senza parentela ma accumunata dai favori, non poco influenti, ricevuti dal potente e super agiato ospite che li ha invitati con uno strattagemma enigmatico per un weekend del tutto particolare.

Talmente staccato dal film precedente che la produzione, a scopo di specchio per le allodole (leggi pubblico), ha voluto aggiungere al titolo la dicitura “Knives Out” senza averne la minima connessione logica, fino al punto che lo stesso regista ne è stato contrariato. E non solo: se il primo film in questione è risultato una bella novità, seppure ispirato in maniera lampante ai gioielli gialli di Agatha Christie, scrittrice che amava riunire gente per iniziare una permanenza inquietante e ipocrita, questo è sempre dello stesso regista - che prima aveva immaginato una interessante riunione di familiari che si odiavano con il sorriso, abbellita solo dal sincero legame che riuniva il capostipite con una meravigliosa badante/infermiera – che qui mette in uno stesso luogo persone che hanno attività tra le più diverse ma legate dalle raccomandazioni del miliardario che aveva potuto lanciarli nella carriera da loro desiderata con la potenza delle sue amicizie e della sua ricchezza. Ma attenzione: il thriller non nasce tanto dal gioco di chi vuole morto Miles Bron ma dalla presenza di una bella ragazza di nome Cassandra Brand che non è quella che tutti credono, ma…

È solo un gioco, un divertissement, un giallo che vorrebbe unire e disunire i partecipanti in alleanze momentanee e odi covati, tra luccicanti meccanismi tecnologici avanzati, di scherzi del padrone di casa, di dispetti, di sparizioni e di qualche cadavere. Ok, ci si potrebbe divertire e ci si diverte, ma solo a seconda dei momenti, perché quando la trama si complica non sembra tutto logico ma ci si adegua e si sbadiglia. Cosa c’entra con il film precedente? Nulla! Li unisce, appunto, la presenza del detective che condiziona il comportamento degli altri, che temono la sua partecipazione per la paura di essere scoperti nei loro intenti. Personaggi eccentrici come il signore dell’isola (che però, in questo atteggiamento, resta imparagonabile) che vogliono dimostrarsi forti di caratteri ma che in realtà sono deboli e friabili, come tutti quelli che hanno qualcosa da nascondere. Non è un vero thriller, in verità, è una commedia sadica e a tratti divertente e spigolosa, ed è comunque un whodunit in un periodo ipotetico e non bene chiarito, con una variante forzata e caricaturale sull’incapacità di comportarsi e vivere la vita in maniera ordinaria, di leggere la realtà per quella che è e che vivevano prima di diventare importanti nella società: basta rileggere le attività che oggi svolgono.

No, non mi sono divertito più di tanto, se non apprezzando gli sforzi di rendere indipendente e differente la commedia, con il detective (uh, quanto si diverte l’ex 007 Daniel Craig in questo ruolo!) che ha un accento inglese tutto suo (il Poirot belga che parla british?) e che gli altri attori si son divertiti ad imitare dentro e fuori dal ciak. L’attore inglese è ancora bravissimo, dimostrando per l’ennesima volta che non è capace di interpretare solo l’agente segreto più famoso del mondo, ma chi risalta prepotentemente è la bellissima Janelle Monáe, che ha doti notevoli non ancora pienamente sfruttate da registi adeguati e da film che meriterebbe di includerla: superlativa interprete che si mangia la scena. Ma son tutti bravi e simpatici, dal primo all’ultimo, con una menzione a parte per l’eccellente Edward Norton, che, maturando, ha molte possibilità nel suo vasto repertorio. Che fosse bravo si sapeva e qui ne dà una ulteriore prova. Il più curioso? È un piccolo cameo, quello di Hugh Grant, il compagno di vita di Benoit Blanc, che appare solo per un attimo aprendo in tenuta da casalinga la porta dell’appartamento dove vivono.

Si può trascorre una serata, ma nulla di più: se non lo avessero girato non si sarebbe sentita la mancanza. La regia di Rian Johnson è quella che ci si potrebbe attendere, maggiormente esperta dopo il primo film, ma il giudizio complessivo è solo un premio per il buonissimo cast, che si è divertito sicuramente. Io meno.


2023 - Premio Oscar

Candidatura per la migliore sceneggiatura non originale

2023 - Golden Globe

Candidatura per il miglior film commedia o musicale

Candidatura per il miglior attore in un film commedia o musicale a Daniel Craig



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