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Holiday (2023)

Holiday

Italia 2023 thriller drammatico 1h42

 

Regia: Edoardo Gabbriellini

Sceneggiatura: Edoardo Gabbriellini, Carlo Salsa

Fotografia: Amine Messadi

Montaggio: Walter Fasano

Consulenza musicale: Lina Cardillo

Scenografia: Marcella Mosca

Costumi: Marta Passarini

 

Margherita Corradi: Veronica

Giorgia Frank: Giada

Alice Arcuri: la mamma

Alessandro Tedeschi: il padre

Flavio Furno: pubblico ministero

Alessia Giuliani: Simona

 

TRAMA: A vent’anni Veronica esce di prigione dopo due anni, perché riconosciuta finalmente innocente dell’omicidio della madre e del suo amante. Uscire ed essere scagionata ovviamente non basta agli occhi di un mondo che continua a collegarla a quella tragedia ed è per questo che ripercorre la storia attraverso i suoi ricordi e la testimonianza dell’amica Giada.

 

Voto 6,5



Ne sta facendo di strada Edoardo Gabbriellini, il Piero di Ovosodo di Virzì, passato in tanti ruoli ma affermatosi come l’Antonio dell’ottimo Io sono l’amore, da cui è partito il sodalizio con Luca Guadagnino, qui produttore. Dopo un paio di film in crescendo (Padroni di casa è una stimata opera che affronta un discorso non banale sulla provincia italiana e i suoi lati oscuri), eccolo prendere un percorso che sa di “autore” con un thriller inconsueto, anche per la scelta di una narrazione non facile e per nulla didascalica. Segno evidente di idee chiare e innovative che gli preparano una carriera che necessiterà seguire.



Succede che, malgrado la sentenza a lei favorevole, non è semplice per la giovane Veronica (Margherita Corradi), Vero per la sua amica strettissima Giada, tornare alla sua vita, fra le attenzioni e i giudizi invasivi della stampa, dei social e dell’umanità circostante divisa tra chi (come appunto la sua cara vicina di animo, interpretata da Giorgia Frank) la difende e chi continua a vederla come un’efferata assassina. Una vicenda filmata con una complessità narrativa e formale non comune nel nostro cinema, frammentando il dramma della protagonista nell’incastro dei piani temporali, nella relatività dei punti di vista e negli schermi-sguardi della società ipermediatica contemporanea.



Sì, Veronica è stata riconosciuta innocente dopo due lunghi anni di processo ma una volta fuori è un serio problema sfuggire ai cronisti e alla cattiva fama di cui si è circondata, tanto per la malata curiosità dell’opinione pubblica, e altrettanto per il suo carattere scontroso e ribelle, coltivato soprattutto a causa del difficilissimo rapporto con la madre (Alice Arcuri), che più che la proprietaria dell’hotel chiamato appunto Holiday, sul mare ligure, quella stretta striscia di terra tra le colline, la ferrovia, la strada costiera e la costa del Savonese, è un sergente di ferro che la punisce frequentemente per ogni piccolo inconveniente, come per esempio un mese di pulizia delle camere, come una dipendente qualsiasi e indisciplinata. La filgia le risponde a tono e ciò non fa che peggiorare le cose. Dal suo canto, il padre (Alessandro Tedeschi), che la difende sempre, preferisce fuggir via da quell’ambiente per scappare in Corsica con la sua tavola di surf. Anche perché sa bene che la moglie lo tradisce bellamente.



Non è certo il miglior luogo o la migliore situazione per crescere e vivere le turbolenze giovanili e ormonali di una giovine ragazza in maniera normale: da qui le voglie di indipendenza e la smania di scelte spinte dalla bella stagione, le amicizie occasionali e temporanee, una sniffata, gli sfottò delle ragazze a chi è più brava a inghiottire dal ragazzo di turno. Inquietudini che sarebbero ordinarie per le giovani ma in questo contesto hanno un sapore e una motivazione di altra natura. Quando una notte, le due giovani si riuniscono di nascosto nell’albergo con due ragazzi olandesi, Veronica scopre nella spa i corpi della madre e del suo amante orrendamente colpito con le cesoie da giardino, mai più ritrovate dalla polizia. Dati i trascorsi, chi può essere sospettata dei delitti? Troppo facile il terreno per il pubblico ministero incaricato di far condannare Veronica.



Tra il lungo dibattito in aula e i vari episodi della vita della ragazza, prima e dopo il fattaccio, il regista sceglie un lavorio di continui flashback, un gioco ad incastri temporali che richiedono molta attenzione, rimbalzando avanti e indietro senza preavviso, mescolando l’oggi – cioè il dopo processo – e ieri e avantieri, con i continui litigi madre-figlia, le assenze del padre, gli sfoghi e il sostenuto aiuto psicologico di Giada. Un andirivieni che ci costringe a fare sempre mente locale e discernere tra il passato e il presente. Non facile da concepire e in fase di montaggio, non facile da seguire, ma che alla fine fa intendere le ottime intenzioni del bravo Edoardo Gabbriellini, che segue una strada autoriale anche per farci intendere i personaggi senza mai dispiegarli del tutto. Il corpo di Veronica diventa così il totem del film: non è proprio aggraziata, è tornita nelle forme, è sempre corrucciata, arrabbiata, al contrario della sua Giada che è sempre positiva, piena di iniziative, meno ribelle ma più spericolata, disponibile ad avventure sessuali e per questo pronta a spronare l’amica ad evasioni che sono anche mentali.



Holiday: l’hotel e il periodo di “buco” nella vita di Veronica, un intervallo (architettonico) tra le case e della gioventù di una ragazza quasi “interrotta” che si sente vicina più al padre che alla madre e per questo più affezionata all’uomo, a cui, dopo una breve riflessione, confessa che le piacerebbe seguirlo in Corsica per realizzare il loro sogno. Indipendenza, anonimato, finalmente la quiete dopo la tempesta. Almeno è ciò che lei sogna, dopo tante tensioni e sospetti.



Ma in realtà, chi è il killer? È veramente Vero? O è l’amica compiacente che si allontana nella notte con fare da complice? Perché la protagonista conosce il luogo dove sono nascoste le forbici assassine? Ma importa davvero? In questa società malata di protagonismo e di like, di condivisione e fama, di successo e di parole sparate a caso, conta la verità o quello che pare la verità e che sta bene all’opinione pubblica predominante? Vero o Veronica?



Il bravo Gabbriellini ha condotto in porto, quindi, un film interessante con attrici praticamente esordienti, a cominciare dalla scoperta di Margherita Corradi, corpo nuovo del cinema italiano, poi la quasi altrettanto Giorgia Frank (un solo film precedente), come anche la bellezza elegante della più nota Alice Arcuri. L’unico attore conosciuto è il buon Alessandro Tedeschi.

Fotografia che evidenzia il bell’ambiente ligure, musiche techno che imperversano dentro e fuori dalle discoteche, luoghi di incontri e scontri, montaggio essenziale ai fini della riuscita del film, che altrimenti sarebbe stato caotico.

Gabbriellini ha un futuro, purché supportato da produttori come Guadagnino che credono il lui.



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