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I segreti di Wind River (2017)

Aggiornamento: 20 gen


I segreti di Wind River

(Wind River) UK/Canada/USA 2017 thriller 1h47'


Regia: Taylor Sheridan

Sceneggiatura: Taylor Sheridan

Fotografia: Ben Richardson

Montaggio: Gary Roach

Musica: Nick Cave, Warren Ellis

Scenografia: Neil Spisak

Costumi: Kari Perkins


Jeremy Renner: Cory Lambert

Elizabeth Olsen: Jane Banner

Graham Greene: Ben Shoyo

Hugh Dillon: Curtis

Gil Birmingham: Martin Hanson

Kelsey Chow: Natalie Hanson

Martin Sensmeier: Chip Hanson

Althea Sam: Annie Hanson

Julia Jones: Wilma Lambert

Teo Briones: Casey Lambert

Tantoo Cardinal: Dan Crowheart

Jon Bernthal: Matt Rayburn


TRAMA: Cory Lambert, esperto inseguitore e cacciatore, scopre il corpo congelato di una ragazza adolescente. Fa allora squadra con Jane Banner, nuova agente dell'Fbi, per capire cosa sia accaduto alla giovane e chi sia il responsabile di un così macabro crimine. Man mano che l'indagine si approfondisce, la vita dei due investigatori è sempre più a rischio.


Voto 7,5

Uno sceneggiatore che ha nel suo repertorio film come Sicario (vedi recensione) e il suo seguito Soldado e poi un altro successo come Hell or High Water, vuol dire che ha qualcosa di importante da dare al cinema. Di Taylor Sheridan questo è il secondo film da regista e a vederlo senza sapere nulla di lui e di ciò che è capace si rimane sorpresi e non poco. È un cinema robusto, ben piantato nella cultura classica dei polizieschi americani dove è necessario, per farsi notare, non cadere negli schemi soliti e risaputi. No, quest’errore non lo fa e anzi ci si trova davanti ad una storia non sola affascinante e intrigante ma anche ben costruita e realizzata, con la scelta di una location che ne aumenta la seduzione che si subisce, innevata e gelida.

Lo scenario è il seguente: la storia si svolge nella riserva di Wind River, che è in Wyoming e ci abitano gli ultimi discendenti delle tribù shoshone e arapaho e ci lavora come cacciatore per la U.S. Fish & Wildlife Service Cory Lambert (interpretato in maniera efficacissima Jeremy Renner), una ex moglie e un figlio di razza indiana. Quando trova una ragazza uccisa, congelata e semisepolta dalla abbondante neve, chiama la polizia tribale che vigila in quegli sperduti panorami. Questa a sua volta chiama l’FBI, ovvero la giovane agente Jane Banner (la bella Elizabeth Olsen), una che arriva (pensate!) in mezzo alla bufera utilizzando un navigatore e che rischia di perdersi sia nell’immenso paesaggio che nell’indagine, troppo complicata per lei data la sua inesperienza. Ma per fortuna lì c’è un vecchio poliziotto tribale che ha la faccia scolpita di Graham Greene (che Dio lo protegga).

Il film ha il sapore e l’odore del moderno western e lo si deduce tranquillamente quando leggiamo “Gli eroi hanno sempre ucciso i cowboy” come scrivono i giovani pellirosse sul muro, ma loro ormai sono drogati e alcolizzati, il passato dei guerrieri è un lontano ricordo. Quello che si percepisce seguendo la storia è la decadenza di un popolo fiero, quello indigeno, quello che oggi prova solo dolore. Bisogna comunque che Cory Lambert aiuti bene la giovane Banner, perché facendo giustizia si regolarizza anche la vita di quel posto.

Spiega il regista/sceneggiatore Taylor Sheridan: "Quando ho cominciato a pensare al film il mio primo vero film da regista, l'ho immaginato come il capitolo conclusivo di una trilogia che ho scritto sulla moderna frontiera americana. Sicario, il primo capitolo, analizza l'esplosione di violenza lungo il confine tra gli Stati Uniti e il Messico. Hell or High Water, il secondo capitolo, è incentrato sullo scontro tra l'immensa ricchezza e la povertà nel Texas occidentale. Il capitolo finale esplora quello che è il più grande fallimento degli Stati Uniti: la costituzione delle riserve per nativo-americani. A livello più intimo, racconta di come un uomo continua ad andare avanti dopo una tragedia senza arrivare mai a voltare pagina. A livello globale, studia invece le conseguenze che derivano dal forzare le persone a vivere in una terra che non è stata progettata per accoglierli. Parla di un territorio selvaggio e brutale, in cui il paesaggio è di per sé un nemico. Di una terra in cui la dipendenza e gli omicidi provocano più morti di un cancro, in cui lo stupro è considerato un rito di passaggio attraverso il quale le giovani ragazze diventano donne, in cui la legge dell'uomo soccombe a quella della natura. Nessun altro posto dell'America del nord è rimasto immutato nell'ultimo secolo come le riserve indiane".


Idee chiare, vero? Ne vedremo di belle con questo bravo regista.


Riconoscimenti

2017 - Festival di Cannes

Miglior regia nella sezione “Un Certain Regard”



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