I segreti di Wind River
(Wind River) UK/Canada/USA 2017 thriller 1h47'
Regia: Taylor Sheridan
Sceneggiatura: Taylor Sheridan
Fotografia: Ben Richardson
Montaggio: Gary Roach
Musica: Nick Cave, Warren Ellis
Scenografia: Neil Spisak
Costumi: Kari Perkins
Jeremy Renner: Cory Lambert
Elizabeth Olsen: Jane Banner
Graham Greene: Ben Shoyo
Hugh Dillon: Curtis
Gil Birmingham: Martin Hanson
Kelsey Chow: Natalie Hanson
Martin Sensmeier: Chip Hanson
Althea Sam: Annie Hanson
Julia Jones: Wilma Lambert
Teo Briones: Casey Lambert
Tantoo Cardinal: Dan Crowheart
Jon Bernthal: Matt Rayburn
TRAMA: Cory Lambert, esperto inseguitore e cacciatore, scopre il corpo congelato di una ragazza adolescente. Fa allora squadra con Jane Banner, nuova agente dell'Fbi, per capire cosa sia accaduto alla giovane e chi sia il responsabile di un così macabro crimine. Man mano che l'indagine si approfondisce, la vita dei due investigatori è sempre più a rischio.
Voto 7,5
Uno sceneggiatore che ha nel suo repertorio film come Sicario (vedi recensione) e il suo seguito Soldado e poi un altro successo come Hell or High Water, vuol dire che ha qualcosa di importante da dare al cinema. Di Taylor Sheridan questo è il secondo film da regista e a vederlo senza sapere nulla di lui e di ciò che è capace si rimane sorpresi e non poco. È un cinema robusto, ben piantato nella cultura classica dei polizieschi americani dove è necessario, per farsi notare, non cadere negli schemi soliti e risaputi. No, quest’errore non lo fa e anzi ci si trova davanti ad una storia non sola affascinante e intrigante ma anche ben costruita e realizzata, con la scelta di una location che ne aumenta la seduzione che si subisce, innevata e gelida.
Lo scenario è il seguente: la storia si svolge nella riserva di Wind River, che è in Wyoming e ci abitano gli ultimi discendenti delle tribù shoshone e arapaho e ci lavora come cacciatore per la U.S. Fish & Wildlife Service Cory Lambert (interpretato in maniera efficacissima Jeremy Renner), una ex moglie e un figlio di razza indiana. Quando trova una ragazza uccisa, congelata e semisepolta dalla abbondante neve, chiama la polizia tribale che vigila in quegli sperduti panorami. Questa a sua volta chiama l’FBI, ovvero la giovane agente Jane Banner (la bella Elizabeth Olsen), una che arriva (pensate!) in mezzo alla bufera utilizzando un navigatore e che rischia di perdersi sia nell’immenso paesaggio che nell’indagine, troppo complicata per lei data la sua inesperienza. Ma per fortuna lì c’è un vecchio poliziotto tribale che ha la faccia scolpita di Graham Greene (che Dio lo protegga).
Il film ha il sapore e l’odore del moderno western e lo si deduce tranquillamente quando leggiamo “Gli eroi hanno sempre ucciso i cowboy” come scrivono i giovani pellirosse sul muro, ma loro ormai sono drogati e alcolizzati, il passato dei guerrieri è un lontano ricordo. Quello che si percepisce seguendo la storia è la decadenza di un popolo fiero, quello indigeno, quello che oggi prova solo dolore. Bisogna comunque che Cory Lambert aiuti bene la giovane Banner, perché facendo giustizia si regolarizza anche la vita di quel posto.
Spiega il regista/sceneggiatore Taylor Sheridan: "Quando ho cominciato a pensare al film il mio primo vero film da regista, l'ho immaginato come il capitolo conclusivo di una trilogia che ho scritto sulla moderna frontiera americana. Sicario, il primo capitolo, analizza l'esplosione di violenza lungo il confine tra gli Stati Uniti e il Messico. Hell or High Water, il secondo capitolo, è incentrato sullo scontro tra l'immensa ricchezza e la povertà nel Texas occidentale. Il capitolo finale esplora quello che è il più grande fallimento degli Stati Uniti: la costituzione delle riserve per nativo-americani. A livello più intimo, racconta di come un uomo continua ad andare avanti dopo una tragedia senza arrivare mai a voltare pagina. A livello globale, studia invece le conseguenze che derivano dal forzare le persone a vivere in una terra che non è stata progettata per accoglierli. Parla di un territorio selvaggio e brutale, in cui il paesaggio è di per sé un nemico. Di una terra in cui la dipendenza e gli omicidi provocano più morti di un cancro, in cui lo stupro è considerato un rito di passaggio attraverso il quale le giovani ragazze diventano donne, in cui la legge dell'uomo soccombe a quella della natura. Nessun altro posto dell'America del nord è rimasto immutato nell'ultimo secolo come le riserve indiane".
Idee chiare, vero? Ne vedremo di belle con questo bravo regista.
Riconoscimenti
2017 - Festival di Cannes
Miglior regia nella sezione “Un Certain Regard”
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