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Il piacere è tutto mio (2022)

Il piacere è tutto mio

(Good Luck to You, Leo Grande) UK/USA 2022 commedia drammatica 1h37’

 

Regia: Sophie Hyde

Sceneggiatura: Katy Brand

Fotografia: Bryan Mason

Montaggio: Bryan Mason

Musiche: Stephen Rennicks

Scenografia: Miren Marañón

Costumi: Sian Jenkins

 

Emma Thompson: Nancy Stokes / Susan Robinson

Daryl McCormack: Leo Grande / Connor

Isabella Laughland: Becky

 

TRAMA: La cinquantacinquenne Nancy Stokes, insegnante in pensione e vedova, desidera ardentemente un po' di avventura, di relazioni umane e di sesso, buon sesso. E ha in mente un piano ben preciso: assumere un giovane escort di nome Leo Grande.

 

Voto 6



Se si fa mente locale alla produzione cinematografica nel periodo del Covid, ci si accorge che nonostante tutto sono usciti diversi film che ovviamente dovevano fare i conti con il pericolo presente ed allora ecco sceneggiature con pochissimi personaggi e set ambientati in luoghi chiusi, praticamente scene prevalentemente all’interno. Con questa premessa ecco quindi sceneggiature adatte, regie attente alle esigenze, attori ben predisposti per opere non consuete, magari anche storie con scene di litigi e dissidi a furia di stare isolati e sempre con le stesse persone. Buona parte di queste caratteristiche si sono riversate nel film dell’australiana Sophie Hyde, la quale si è messa al lavoro sulla base di una buona sceneggiatura di una brillante attrice e stand up comedian britannica di nome Katy Brand, quindi molto adatta alla situazione. Lo scopo era incidere con un argomento spinoso, divertente e originale: il sesso. Ma non come è stato tante volte esposto nel cinema, ma affrontandolo come materia seria ed anche spiritosa. Infatti, il sesso visto da una donna matura può avere varie angolazioni di argomentazioni.



Nancy Stokes è un’insegnate in pensione, vedova, con un vuoto da colmare nella vita: non sa cosa sia un orgasmo. Nel suo lungo matrimonio con figli ha sempre fatto sesso per dovere, senza piacere e senza esplorare le molte sfumature dell’intimità. Per questo ha preso una decisione: assoldare un professionista che la guidi in un territorio a lei sconosciuto. Il prescelto è il giovane e bellissimo Leo Grande. Ma quello che doveva essere un semplice rapporto professionale si trasforma in qualcosa di molto più profondo. Tanto che i primi scambi di frasi, nei momenti iniziali per venire a conoscersi l’un l’altra, si svolgono con qualche imbarazzo da parte della donna, un po’ restia nello sciogliersi, mentre il giovane è tranquillo, rasserenante e aperto, sincero, adatto a far trovare alla partner occasionale la necessaria distensione e la conseguente rilassatezza. Uno dei primi dialoghi, difatti, si svolge proprio a proposito dell’orgasmo, quando la donna confessa candidamente che si è ripromessa di non fingerlo più, dopo averlo fatto per anni con il suo defunto marito. Ora vuole assolutamente capire non solo il sesso bello e goduto ma anche provare l’ebbrezza, finalmente, di un vero orgasmo. Quanta ingenuità e ipocrisia ha vissuto fino adesso!



L’imbarazzo della donna, comunque, è tale che ogni momento è quello adatto ad interrompere l’incontro, quasi impaurita da ciò che deve succedere, ma fortunatamente il giovane si dimostra la persona giusta per renderla serena, assecondando ogni richiesta pur di tranquillizzarla e riprovare con calma i movimenti, i gesti, le posizioni, il tempo giusto. O magari stare lì solo a chiacchierare. Questo “primo tempo” è fatto di dialoghi: da parte di lei per il timore di ciò che deve affrontare, di lui per avere un approccio amichevole e di fiducia, senza fretta, con i tempi giusti. Va a finire questo incontro, più interlocutorio che altro, ma finisce con varie difficoltà e per giunta con un certo senso di vergogna da parte di Nancy. Invece eccoli rivederli assieme per un secondo e poi per un terzo appuntamento: in pratica, le cose vanno meglio e, anzi, notiamo Nancy rilassata, confidenziale, sorridente e i chiari occhi di lui che la scrutano come un amico di vecchia data anche se molto più giovane.



Si aprono, intanto, si conoscono meglio, si confidano e lentamente si scopre la vita reale che sta dietro le apparenze che si sono costruite per mantenere l’incognito. Nancy è in pensione dopo un lavoro che non ci si sarebbe mai aspettato (no spoiler), è madre di due figli che hanno disatteso le sue speranze di madre. Leo, come ci si potrebbe attendere, mente alla madre a cui dice che lavora su una piattaforma petrolifera, non è ben accetto dalla lei, sorride sempre ma pare affaticato da una serpe di infelicità che non lo sconfigge. A far aprire la botola delle apparenze è la cameriera del bar dell’hotel dove si stanno incontrando per l’ultima volta. Becky era una studentessa della donna e questo personaggio, alquanto ficcanaso, fa rivelare alcuni aspetti della vita pregressa di Nancy, mettendola un po’ in imbarazzo, proprio quando invece le cose filavano lisce ma, appunto, serve soprattutto a scoprire gli altarini nascosti, portandoci a conoscere meglio la sua personalità. Quello che veramente si scopre nel corso del film e specialmente nel finale è che Leo è un bravo ragazzo che nasconde le sue incertezze e la sua infelicità con il sorriso e la gentilezza, e perché no con il suo lavoro, che presenta, giustamente, non come una mansione di cui vergognarsi ma anzi un compito uguale ad ogni altro lavoro, per giunta per scelta, uno come i tanti che una persona può scegliere: un vero professionista che non deve nascondersi.



Ed anche lei, Nancy - anzi Susan Robinson, come salta fuori con l’impicciona cameriera, così come veniamo a conoscenza del vero nome di Connor – ha qualcosa di importante da dimostrare a noi ed al mondo intero: cosa c’è di male se una donna avanti con gli anni ha voglia di fare un buon sano sesso che soddisfi il legittimo desiderio? Specialmente se lo si fa con uno bravo, dopo una vita ipocritamente trascorsa con un frettoloso rapporto “missionario”? Oh! Finalmente anche (addirittura) un comico rapporto orale (“Dovrei anche… tirarlo fuori?” “Esatto” “Oh, è patetico, sono patetica!” (piange, perché questo è scritto nella lista che lei stessa ha preparato per lui, comicissima!) “Non c’è niente che tu sia costretta a fare, davvero” “Ho paura, questa è la verità”. Oppure a parti invertite: “È una sorpresa!” “Una bella sorpresa?” “Sì, molto bella. Non ero sicura che lo fosse. Non lo potevo sapere mai, ma è come bagnarsi in un mare caldo”. Insomma, incontri involontariamente e ingenuamente divertenti per il pubblico.



Ma non è tutto rose e fiori. Indubbiamente per due terzi il film diventa monotono, quasi noioso, perché si trascina stancamente, ma fortunatamente, verso un bel finale. Prima con l’apparente disturbo della cameriera che fa rivelare la vera personalità di Nancy aprendo un nuovo scenario tra i due protagonisti, poi con un bell’incontro conclusivo in cui si parlano aprendo il cuore alla verità e chiamandosi con i loro nomi reali: si guardano sorridenti come veri amici ristabilendo un buon rapporto dopo che nell’occasione precedente non si erano lasciati bene. Il saluto finale, affettuoso e beneaugurante, dà il titolo originale al film, con il nome “d’arte” ben chiaro. Ma soprattutto le ultimi immagini sono quelle che portano il messaggio più importante del film di Sophie Hyde. Nancy si osserva completamente nuda davanti allo specchio, accettando il proprio corpo di una 62enne che ha partorito due figli, sorridendo alla decadenza del corpo di una donna matura, con i seni che scendono come li aveva descritti a Leo e al ventre ormai troppo basso proteso verso i genitali. Ma va bene così, perché è anche felice per aver fatto sesso appagante, anche con modalità che non conosceva.



Sorprende non poco questa scena per come la bravissima Emma Thompson l’ha affrontata, mettendo se stessa in gioco senza timore e con un pudore disincantato. “Non siamo abituati a vedere i corpi al naturale sullo schermo, vediamo solo fisici atletici. Sono sicura invece che Nancy non andasse in palestra e che mangiasse un po’ troppi biscotti; il suo fisico è quello di una normale donna di 62 anni che ha avuto due bambini. Il problema è che molte donne vengono abituate ad odiare il proprio corpo. Tutto intorno a noi ci ricorda quanto imperfette siamo e anche guardarsi allo specchio senza giudicare se stesse è la cosa più difficile da fare. È stata la cosa più difficile che io abbia mai fatto”. Bravo anche il bel Daryl McCormack (poco conosciuto se non per Peaky Blinders) specialmente per aver saputo dimostrare la vulnerabilità del suo personaggio, sicuro nell’esibizione del suo lavoro, educato nel rapportarsi alla cliente, disponibile in ogni evenienza non prevedibile.



Con quel finale che dà una leggera piega di seriosità e dramma, dando anche la possibilità ai due di aprirsi alla sincerità e giocare a carte scoperte, si nota la mano intelligente della donna alla regia. Sophie Hyde tratta con grande delicatezza, schiettezza e senza pruderie un argomento che per molti è tabù, quello della sessualità femminile nella mezza età e oltre. La storia ha un forte sottotesto politico e sociale, radicato nella cultura britannica ma applicabile a tutte quelle situazioni in cui le convenzioni di una borghesia ipocrita hanno provocato traumi irreversibili a generazioni di donne che dovevano essere moglie e madri rispettabili, in pubblico come in camera da letto. Ed è stata anche avveduta nel mettere a proprio agio la Thompson e McCormack con un’idea risultata efficace ai fini della recitazione consapevole: durante il periodo delle prove, che l’attrice ha definito 19 intense giornate, ha fatto fare loro alcuni esercizi per abituarli e hanno trascorso un giorno intero senza vestiti. Questo li ha incoraggiati ad affrontare le riprese.



In sostanza una pièce teatrale, che con il pretesto di una storia simpatica e originale diventa una seduta psicanalitica di due persone che avevano bisogno di confidarsi ma che prima neanche pensavano di farlo. Ma l’occasione giusta non si sa mai quando capita e con la scusa di alcune sedute di sesso e della richiesta di prestazione di un gigolò questo accade. Bravo il maschietto ma l’esperta Emma va oltre le attese e abbraccia la causa con trasporto mettendoci – letteralmente – anima e corpo, nudo integrale orgogliosamente compreso.

Ma nel complesso il film non va oltre la sufficienza.



Riconoscimenti

2023 – Golden Globe

Candidatura alla migliore attrice in un film commedia o musicale per Emma Thompson

2023 – BAFTA

Candidatura al miglior film britannico

Candidatura al miglior attore protagonista a Daryl McCormack

Candidatura alla migliore attrice protagonista a Emma Thompson

Candidatura al miglior esordio britannico da regista, sceneggiatore o produttore a Katy Brand



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