Il testimone invisibile Italia 2018 thriller 1h42’
Regia: Stefano Mordini Sceneggiatura: Stefano Mordini, Massimiliano Catoni Fotografia: Luigi Martinucci Montaggio: Massimo Fiocchi Musiche: Fabio Barovero Scenografia: Paolo Bonfini Costumi:Massimo Cantini Parrini
Riccardo Scamarcio: Adriano Doria Miriam Leone: Laura Vitale Fabrizio Bentivoglio: Tommaso Garri Maria Paiato: Elvira Garri Sara Cardinaletti: Sonia Nicola Pannelli: Paolo Sergio Romano: agente Paola Sambo: Virginia Ferrara Gerardo De Blasio: Daniele Garri
TRAMA: Adriano Doria, un giovane imprenditore di successo, si risveglia in una camera d'albergo chiusa dall'interno accanto al corpo senza vita della sua amante, l'affascinante fotografa Laura. Viene accusato di omicidio ma si dichiara innocente. Per difendersi, incarica la penalista Virginia Ferrara, famosa per non aver mai perso una causa. L'emergere di un testimone chiave e l'imminente interrogatorio che potrebbe condannarlo definitivamente costringono Adriano e l'avvocato Ferrara a preparare in sole tre ore la strategia della sua difesa e a cercare la prova della sua innocenza. Spalle al muro, Adriano sarà costretto a raccontare tutta la verità.
Voto 6
Siccome (lo scrivo spesso) il thriller spagnolo ha conquistato in questi ultimi anni un buon mercato, come conseguenza di una produzione di film di questo genere di ottima fattura, va a finire che in Italia assistiamo all’operazione di “imitazione” o meglio di rifacimento di qualche film iberico ben riuscito. È proprio il caso di questa volta, in cui Stefano Mordini (Pericle il nero) rifà un buonissimo thriller spagnolo, quasi pari pari, e ancora una volta con protagonista Riccardo Scamarcio. Una trama basata sul gioco mentale, quel sottogenere che in lingua anglosassone è ben definito con “mind game”, tutto colpi di scena, apparenze ingannevoli e giravolte che ribaltano il senso della storia.
La situazione di base, come nell’originale, è molto particolare e ristretta in uno spazio temporale molto ridotto: vediamo che l’ambiguo imprenditore Adriano Doria (interpretato abbastanza bene e col il suo solito stile da Riccardo Scamarcio) è accusato dell’omicidio della sua amante e confida la storia ad una misteriosa avvocatessa (Maria Paiato (attrice da tenere d'occhio), poco prima (forse sì, forse no) di essere definitivamente arrestato. Sembra semplice invece è molto ma molto contorto, con fortissime tinte di noir. Il caso (anagramma di caos) è costituito dal fatto che che tutti gli indizi portano alla colpevolezza di quel rampante imprenditore, il quale ha evidenti e notevoli problemi per dimostrare la sua innocenza. Ma i guai si complicano perché la storia parte già da un altro cadavere, quello di un giovane. Una morte misteriosa
Il regista si diverte a seminare indizi, oggetti, particolari a cui dovremmo prestare attenzione. La critica ufficiale si è mostrata abbastanza benevola nei giudizi, ma io, avendo visto prima l’originale spagnolo, ho preferito quello.
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