Io prima di te (2016)
- michemar
- 24 mar 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 15 mag 2023

Io prima di te
(Me Before You) UK/USA 2016 dramma 1h46’
Regia: Thea Sharrock
Soggetto: Jojo Moyes (romanzo)
Sceneggiatura: Jojo Moyes
Fotografia: Remi Adefarasin
Montaggio: John Wilson
Musiche: Craig Armstrong
Scenografia: Andrew McAlpine
Costumi: Jill Taylor
Emilia Clarke: Louisa Clark
Sam Claflin: William Traynor
Janet McTeer: Camilla Traynor
Charles Dance: Steven Traynor
Brendan Coyle: Bernard Clark
Jenna Coleman: Katrina Clark
Matthew Lewis: Patrick
Ben Lloyd-Hughes: Rupert Freshwell
Vanessa Kirby: Alicia Dewar
Steve Peacocke: Nathan
Samantha Spiro: Josie Clark
Joanna Lumley: Mary Rawlinson
TRAMA: Una ragazza proveniente da un paesino stringe un improbabile legame con un uomo da poco rimasto paralizzato di cui si sta prendendo cura.
Voto 6

Louisa "Lou" Clark vive in una tipica cittadina della campagna inglese. Non sa bene cosa fare della sua vita, ha 26 anni e passa da un lavoro all'altro per aiutare la sua famiglia. Il suo inattaccabile buonumore viene però messo a dura prova quando si ritrova ad affrontare una nuova sfida lavorativa. Trova infatti lavoro come assistente di Will Traynor, un giovane e ricco banchiere finito sulla sedia a rotelle per un incidente e la cui vita è cambiata radicalmente in un attimo. Lou gli dimostrerà che la vita vale ancora la pena di essere vissuta.
Lo schema è fisso e lo conosciamo bene, sin dai tempi di Cenerentola. Il mostro e la bella, il bruto e la ragazza, il malato e la bella infermiera: un filone. Se al posto del primo mettiamo un paralizzato e una ragazza impacciata a quello della seconda il gioco si ripete.

Will Traynor (Sam Claflin), il bel ex finanziere che è paralizzato dal collo in giù dopo essere stato investito da una motocicletta, dice che vuole suicidarsi perché non può fare cose che un uomo normale potrebbe fare. Lou Clark (Emilia Clarke) è una giovane che di natura ha buon cuore, un’innata goffaggine, una famiglia modesta e un discutibile gusto per la moda. Ma soprattutto vitalità, ottimismo, sorriso e gioia di vivere. Lui vive in una splendida villa-castello in campagna con i suoi genitori, che hanno assunto un fisioterapista per lui ma non hanno avuto fortuna nell'assumere una badante per lo scontroso e scoraggiato Will, fino a quando Lou non entra nella sua vita.

Lou, che è vestita con abiti colorati, ha lavorato in un bar fino a quando non è stata licenziata e quindi è alla disperata ricerca per ottenere il lavoro ben pagato. Mentre Will ha tutti i comfort del mondo e così tanto spazio per muoversi sulla sua sedia a rotelle motorizzata, lei è bloccata con quattro generazioni che vivono sotto lo stesso tetto: suo nonno, i genitori, compreso il padre disoccupato, lei e sua sorella e suo figlio.

La furbata del romanzo di origine è di Jojo Moyes, scrittrice che si occupa della sceneggiatura per portarlo sullo schermo con la direzione di Thea Sharrock: la situazione è l’ideale plot per una storia sentimentale e commovente facile da scrivere e raccontare. L’essenziale era trovare due attori adatti e il gioco è fatto. Lui è il bel Sam Clafin, che se la cava con il ruolo triste che non intravede più il futuro, lei è la piacente Emilia Clarke, dal bel sorriso che si emoziona davanti alla disgrazia e nello stesso tempo entra nelle grazie del giovane nonostante le perplessità della sua famiglia.

Nulla di speciale, solo una storia lacrimevole come un romanzone romantico, che passa dalla compassione all’amore come facile conseguenza, senza far male a nessuno e senza piombare nel patetico. Solo per intrattenere con i sentimenti di cui è piena la strada del cinema sentimentale.

I due protagonisti sono giusti (ma intercambiabili) e la regia non è difficile, l’importante è non scivolare nello sdolcinato, mantenendo le dosi giuste per non esagerare.
Di conseguenza, il film è semplice intrattenimento che fa fatica a giungere alla sufficienza piena.
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