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Io, robot (2004)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 2 dic 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 3 giu 2023


Io, robot

(I, Robot) USA 2004 fantascienza 1h55'


Regia: Alex Proyas

Soggetto: Isaac Asimov (racconti)

Sceneggiatura: Jeff Vintar, Akiva Goldsman

Fotografia: Simon Duggan

Montaggio: William Hoy, Richard Learoyd, Armen Minasian

Musiche: Marco Beltrami

Scenografia: Patrick Tatopoulos

Costumi: Liz Keogh


Will Smith: Del Spooner

Bridget Moynahan: Susan Calvin

Alan Tudyk: Sonny

James Cromwell: Alfred J. Lanning

Bruce Greenwood: Lawrence Robertson

Chi McBride: John Bergin

Shia LaBeouf: Farber

Jerry Wasserman: Baldez


TRAMA: Chicago 2035: i robot sono diventati un normale elettrodomestico, presente in ogni casa. Ma dopo la morte del loro inventore, il dottor Lanning, il detective Spooner inizia a indagare e scopre che i suoi dubbi sono fondati: i robot possono costituire una seria minaccia per la razza umana.


Voto 6

Alex Proyas si è quasi sempre occupato di fantasy, anche di stampo gotico (vedi il celeberrimo Il corvo) ma anche fantascienza e nel 2004 ha preso in esame addirittura il materiale dell'impareggiabile Isaac Asimov. Sfiorando tanti argomenti interessanti ma con poche risposte, il film affronta il futuro e i problematici rapporti tra uomo e macchine, ponendosi domande tipo: che ne sarà della forza lavoro operante nei settori ad alto tasso di rischio o fatica una volta che questa sarà sostituita da macchine? Cosa potrebbe succedere se le macchine acquistassero autocoscienza? Fino a che punto può e deve spingersi l'innovazione tecnologica? Forse più facile scriverne che farne un film.

Di certo l’argomento non è nuovo, anzi, prima o poi, un autore di cinema amante della fantascienza lo affronta e non sempre nella stessa maniera. L’evoluzione dei robot e del modo di rappresentarlo sullo schermo, oltre che nei libri, hanno marciato di pari passo e nel corso del tempo la rappresentazione dell’ospite, nelle fabbriche o negli ambienti domestici, è mutata in base ai progressi tecnologici vissuti veramente e a quelli meglio immaginati.

Il continuo aggiornamento delle idee degli scrittori in merito ai miglioramenti delle prestazioni robotiche ha portato ad una visione totalmente differente nei giorni nostri, fino al punto che gli androidi, ormai considerati di casa, hanno raggiunto livelli di prestazioni ed efficienza che sono andati certamente oltre i primordiali esemplari di questo film, ormai sorpassati come tecnologia. Ma anche come funzioni utili all’uomo. Un esempio eclatante nel cinema degli ultimi anni è rappresentato dell’interessante opera di Kogonada, After Yang, in cui l’esemplare della famiglia protagonista è considerato quasi un componente del nucleo casalingo e avverte una specie insospettabile di sentimenti. Quindi ben differente rispetto a quelli inquietanti che tratta Alex Proyas in questo film, dove il personaggio principale, il detective Del Spooner, scopre quanto possano essere pericolosi per l’uomo. Tutto dipende da come sono stati programmati e quali scopi devono perseguire secondo le volontà dei gestori e quali mire hanno verso l’umanità.

Ancora una volta il cinema pone una data nella trama che sembra lontanissima nel momento del primo ciak. Ed invece manca poco ormai ed il futuro è già qui, a volte atteso con pessimismo (vedi le versioni di Blade Runner e similari), altre volte con la speranza di un mondo migliore. Come speriamo tutti.



Riconoscimenti

Premio Oscar 2005:

Candidatura migliori effetti speciali


 
 
 

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