L'uomo che comprò la luna
Italia/Albania/Argentina 2018 commedia 1h45’
Regia: Paolo Zucca
Sceneggiatura: Paolo Zucca, Barbara Alberti, Geppi Cucciari
Fotografia: Ramiro Civita
Montaggio: Sarah McTeigue
Musiche: Andrea Guerra
Scenografia: Alessandra Mura
Costumi: Stefania Grilli, Julieta Gantov
Jacopo Cullin: Kevin Pirelli / Gavino Zoccheddu
Stefano Fresi: Pino
Francesco Pannofino: Dino
Benito Urgu: Badore
Lazar Ristovski: Taneddu
Ángela Molina: Teresa
TRAMA: Una coppia di agenti segreti italiani riceve una telefonata concitata dagli Stati Uniti: pare che qualcuno, in Sardegna, sia diventato proprietario della luna. Il che, dal punto di vista degli americani, è inaccettabile. I due agenti ingaggiano un militare che deve scoprire la verità.
Voto 6,5
Per apprezzare questo film e la relativa atmosfera necessita prima sapere che è del tutto surreale e grottesco, una passeggiata nella fantasia quasi assurda e, d’altronde, leggendo la trama si capisce presto. In più è necessario comprendere l’amore e la devozione di un regista sardo, il sorprendente Paolo Zucca, per la sua terra di origine. Insomma, quello che si può definire una commedia etnica, totalmente imbevuta di quella “sardità” che il personaggio principale, Gavino, si porta dentro e dietro ovunque vada e qualunque cosa faccia.
Bisogna partire da una situazione del tutto straniante. Infatti, una coppia di agenti segreti italiani, Dino e Pino, riceve una soffiata dagli Stati Uniti d'America in cui viene comunicato loro che qualcuno in Sardegna sia diventato proprietario della Luna, affronto inaccettabile in quanto gli USA furono i primi a metterci piede. I due agenti reclutano dunque Gavino Zoccheddu, un soldato che, dietro il falso nome di KevinPirelli e un marcato accento milanese, nasconde la propria identità sarda. Kevin dovrà scoprire sul posto chi ha comprato la Luna e perché, ma per farlo dovrà essere trasformato in un vero sardo e per fare ciò viene ingaggiato Badore, un formatore culturale reticente e misantropo. Superate le difficoltà dell’addestramento e un grottesco esame finale, Kevin si imbarca per la Sardegna e dopo una serie di avventure picaresche riesce a giungere nel paese fittizio di Cuccurumalu, nel quale inizia a svolgere la sua indagine sotto mentite spoglie.
Tra nomi veri e inventati, tra battute surreali e semiserie, tra personaggi che il regista colora fortemente e che fanno ridere o restare allibiti (d’altronde, lo scopo è anche questo) Paolo Zucca ci porta a passeggio nel mondo irreale che ha scritto insieme ad altri due personaggi di notevole spirito: Barbara Alberti e Geppi Cucciari.
Con Jacopo Cullin, che è l’attore feticcio del regista, e altri ben più noti (Stefano Fresi, Francesco Pannofino, Ángela Molina), si riaffaccia quel personaggio televisivo che ebbe fortuna nei decenni scorsi: Benito Urgu, che ispirò (come dimenticare?) Giovanni Storti (di Aldo, Giovanni e Giacomo) per il suo Nico negli sketch dei sardi a Mai dire gol. Tra scatenati match di morra o di calcio balilla si consumano così gag esilaranti (almeno per chi ne accetta lo humour), tutti giocati sugli stereotipi dell’"isolanità". Stereotipi ovviamente mai offensivi (come potrebbe un autore cagliaritano?) e autoironia a piene mani.
Riconoscimenti
2019 – Nastro d’Argento
Miglior attore in commedia a Stefano Fresi
Candidatura miglior attore non protagonista a Benito Urgu
2019 – Flaiano Film Festival
Premio MIBAC a Paolo Zucca
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