La Padrina - Parigi ha una nuova regina
(La daronne) Francia/Belgio 2020 commedia poliziesca 1h44’
Regia: Jean-Paul Salomé
Soggetto: Hannelore Cayre (romanzo “La bugiarda”)
Sceneggiatura: Jean-Paul Salomé, Hannelore Cayre, Antoine Salomé
Fotografia: Julien Hirsch
Montaggio: Valérie Deseine
Musiche: Bruno Coulais
Scenografia: Françoise Dupertuis
Costumi: Marité Coutard
Isabelle Huppert: Patience Portefeux
Hippolyte Girardot: Philippe
Farida Ouchani: Khadidja
Liliane Rovère: madre di Patience
Rachid Guellaz: Scotch
Mourad Boudaoud: Chocapic
Iris Bry: Hortense Portefeux
Rebecca Marder: Gabrielle Portefeux
Jade-Nadja Nguyen: Colette Fo
TRAMA: Patience Portefeux lavora come interprete arabo per la polizia francese e si è specializzata in intercettazioni telefoniche per l'unità antidroga. Il suo è un lavoro duro e mal retribuito e un giorno, mentre ascolta degli spacciatori ricercati, Patience scopre che uno di loro è il figlio della bravissima donna che si prende cura di sua madre. Decidendo di proteggerlo, finirà per essere travolta dalla situazione e per trasformarsi nella più grande spacciatrice della zona. Dalla sua avrà l'esperienza sul campo e le informazioni che ottiene tramite il suo lavoro.
Voto 6-
In Francia il cosiddetto “interprète judiciaire” è colui che per la polizia traduce l’arabo dei dialoghi tra gli agenti e i magrebini fermati. In particolare, Patience Portefeux (Isabelle Huppert) lavora per la Stups (la narcotici) che sta intercettando le telefonate tra i sospettati e i corrieri per il traffico di droga dal Marocco. Quando si accorge che a essere implicato nel traffico è il figlio della affidabile badante della anziana madre, ospite di un ricovero, cerca di proteggerlo e coprirlo durante le indagini, fino al punto che si ritrova all’improvviso - per un gioco degli equivoci ma anche ai fini della situazione dei toni da commedia che il regista Jean-Paul Salomé ha voluto dare al film - a impadronirsi impunemente di una parte del traffico e del meccanismo fuorilegge, venendo così rispettata dagli inconsapevoli (un po’ comici, un po’ truci) criminali che nel frattempo l’hanno soprannominata con il termine, in francese originale, la daronne.
Jean-Paul Salomé, regista e sceneggiatore, in precedenza prodotto dai fratelli Dardenne, quindi una garanzia, intreccia in questa storia l’aspetto sociale e quello poliziesco, una specie di polar innestato nella classica commedia francese. Lo dimostra il fatto che la protagonista trova gusto e forti guadagni nelle sue spericolate giornate, senza paura e tanta incoscienza, e così succedono tante cose strane e imbarazzanti, fino al punto che lei deve riuscire a mantenere gli equilibri difficili, ma sempre da commedia, tra la sua nuova attività e il legame affettivo con il capo del commissariato che mai può immaginare quello che sta succedendo
Su tutti, ovviamente, emerge la figura della camaleontica donna, che, essendo Isabelle Huppert, diventa un personaggio che catalizza l’attenzione con tutta la sua bravura, parlando sia francese che arabo. E va detto, con tutta onestà, che senza la presenza minuta ma imponente e importante della grande attrice, il film poteva passare anche inosservato.
Piacevole, ma senza grandi pretese.
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