Match Point UK/Russia/Irlanda/Lussemburgo/USA 2005, thriller, 2h4'
Regia: Woody Allen Sceneggiatura: Woody Allen Fotografia: Remi Adefarasin Montaggio: Alisa Lepselter Scenografia: Jim Clay Costumi: Caroline Smith
Jonathan Rhys-Meyers: Chris Wilton Scarlett Johansson: Nola Rice Emily Mortimer: Chloe Hewett Wilton Matthew Goode: Tom Hewett Brian Cox: Alec Hewett Penelope Wilton: Eleanor Hewett James Nesbitt: det. Banner Ewen Bremner: isp. Dowd
TRAMA: Chris è un giovane irlandese, bello e sicuro di sé. Insegnante di tennis, ha la possibilità di dare lezioni ai membri della famiglia Hewitt, nobili e ricchi, che sin da subito lo accolgono nel loro giro di amici, tanto che la loro figlia Chloe se ne innamora e lo sposa. Per Chris il più sembra fatto, dal momento che la vita che sognava è diventata realtà. Ma un giorno ritorna nella sua vita Nola. La passione tra i due prende il sopravvento e Nola rimane incinta; ma Chris non sembra pronto a rifiutare una vita da benestante per l'amore.
Voto 8
"A volte, in una partita, la palla colpisce il nastro e per un attimo può andare oltre o tornare indietro. Con un po' di fortuna va oltre e allora si vince. Oppure no e allora si perde."
Woody Allen mette in scena un noir che per lui è solo un pretesto perché in realtà lui vuole solo parlarci della casualità e del fato, e poi anche delle scelte che l’uomo deve fare nella vita, scelte che molto spesso vengono adottate solo sulla spinta della necessità personale ed egoistica o dalla situazione contingente, ma sempre per convenienza personale. Traspare ancora una volta il suo pessimismo di fondo che lui ama rappresentare normalmente con l’acido umorismo che ha caratterizzato la sua vasta filmografia, anche se molto meno presente in questo film: ispirandosi chiaramente a Delitto e castigo - che è stata la medesima spinta per il suo precedente film, Crimini e misfatti - la trama ci mostra un personaggio solo in apparenza tranquillo che non esita, pur di rimanere nello stato sociale che si è conquistato anche con un po’ di fortuna, a compiere un doppio delitto senza mai arrivare ad un vero pentimento.
Il suo Chris ha solo un piccolo sbandamento a causa della tenacia e dell’intuito di due caparbi poliziotti che vanno vicino a capire lo svolgimento dei fatti, ma, ecco ancora, è la casualità che viene in aiuto all’assassino e quando l’anello lanciato nella scena finale rimbalza sul bordo superiore della recinzione del Tamigi e ricade indietro e viene trovato per caso da un tossicodipendente (il destino sta prendendo una piega sfavorevole? ma no, è solo un suo scherzo!) spariscono ravvedimento e colpevolezza. Il castigo non ci sarà più e Chris torna alla sua vita agiata mettendo la parola fine ai suoi tormenti.
Il messaggio di Allen è tremendo: non si trova redenzione, né tramite una punizione, né tramite Dio, né tramite l'amore. Contrapponendo alla drammaticità delle scene la voce di Enrico Caruso che canta le arie famose di Verdi, Bizet, Rossini e Donizetti, Woody Allen ci porta nei gironi dell’inferno dell’animo umano come un Dostoevskij della Settima Arte.
Jonathan Rhys-Meyers è l'attore proprio adatto a rappresentare le intenzioni dell'autore: il suo viso così equivoco, le espressioni sempre così ambigue, sono la fotografia della trama e siccome la tentazione doveva partire da una donna attraente, chi meglio di Scarlett Johansson poteva incarnarsi nella seduzione più provocante? Talmente attraente che il grande Woody l'ha subito richiamata nel film successivo, Scoop, e poi nell'altro ancora Vicky Cristina Barcelona.
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