Nina dei lupi
Italia 2023 dramma 1h44’
Regia: Antonio Pisu
Soggetto: Alessandro Bertante (romanzo)
Sceneggiatura: Pierpaolo De Mejo, Annapaola Fabbri, Tiziana Foschi, Antonio Pisu
Fotografia: Marco Ferri
Montaggio: Fabrizio Franzini
Musiche: Michael Caldi
Scenografia: Marco Scarpa
Costumi: Magda Accolti Gil
Sara Ciocca: Nina
Sergio Rubini: Fosco
Sandra Ceccarelli: Diana
Cesare Bocci: Alfredo
Davide Silvestri: Alessio
Tiziana Foschi: Betta
Caterina Gabanella: Giovanna
Fabio Ferrari: padre Giorgio
Paolo Rossi Pisu: Ardeo
Tommaso Di Marco: Luca
TRAMA: Il pianeta è paralizzato dopo una tempesta solare che disabilita tutte le apparecchiature elettroniche. Quello stesso giorno la neonata Nina viene ritrovata su una montagna sperduta. La civiltà come la conosciamo si sta sgretolando.
Voto 6,5
Siamo già nel giorno dopo la sciagura, quando cioè è tutto successo: una tempesta solare ha sconvolto la vita terrestre rendendo inutilizzabile qualsiasi apparecchiatura elettronica in tutto il pianeta, dall’elettricità ai collegamenti, isolando le comunità che, lì, in montagna, nel comune di Piedimulo in particolare, si ritrovano a sopravvivere con quello che si ha. La civiltà si è sgretolata, le risorse scarseggiano e tra gli esseri umani vige la legge del più forte. I cittadini del piccolo borgo sono già fortunati in quanto il loro luogo è un minuscolo Eden dove si riesce ancora a coltivare e produrre il necessario per mangiare. Intanto, la galleria che li collega al resto della valle e del mondo è ostruita dal crollo delle rocce: se mai qualcuno riuscirà a raggiungere quel luogo sarà respinto, perché, date le condizioni ambientali, chiunque può essere un pericolo. Benché isolati, è una fortuna essere autonomi e poter provvedere alla sussistenza e sopravvivere. Intorno, sicuramente la gente si sta organizzando in bande per depredare chi ha di più. Innegabile che il pensiero vada a quel capolavoro di John Hillcoat. The Road, tratto dal catastrofico romanzo di Cormac McCarthy. Con la differenza che lì i protagonisti erano su strada, appunto, invece qui i personaggi sono in clausura forzata e nello stesso tempo protetti dall’esterno. Almeno apparentemente.
Sin dalla prima inquadratura della giovanissima Nina (Sara Ciocca), colpisce il suo sguardo tagliente, come fosse quello di due occhi da lupo che guarda dritto in maniera penetrante e senza timore. Quel giorno, quello della sciagura, come la chiamano tutti, il sindaco del paese, Alfredo (Cesare Bocchi), era nei boschi assieme al suo amico che però, come testimonia ma non creduto, è stato come inghiottito dalla terra e tra le turbolenze del tempo e i boati che si udivano, aveva trovato una neonata tra gli alberi, mentre i lupi scappavano ululando. Portata a casa, Nina è cresciuta come una figlia, senza però che nessuno gli abbia mai detto la verità sul suo arrivo in famiglia. Mentre il mondo come prima era conosciuto è terminato, Nina cresce in modo molto particolare e se gli altri bimbi vanno in una scuola improvvisata con la maestra Diana (Sandra Ceccarelli) lei si deve arrangiare perché gli altri bimbi la chiamano strega, sicuramente figlia di una strega. Ha un carattere chiuso, selvaggio e viene vista strana da molti anche per via dei fenomeni che accadono ogni volta che lei è presente. L’unica cosa di cui la ragazzina si rende conto è che è attirata da un libro di miti e leggende riguardanti la Dea Reitia, “la signora degli animali” che abitava quei luoghi migliaia di anni prima. Sente una grande attrazione verso quelle letture che sembrano farle riaffiorare alla mente i ricordi nascosti del suo passato.
Il precario equilibrio di quella vita viene purtroppo scosso con l’arrivo di un estraneo (chissà come ha fatto a giungere): pare un barbone affamato e spaurito che chiede aiuto e soccorso, facendo litigare i paesani divisi tra coloro che lo vogliono aiutare e chi invece è contrariato perché diffidente. Le sensazioni dei preoccupati si dimostreranno fondate perché l’ospite Fosco (Sergio Rubini) è il capo di una banda di predoni, violenti e senza scrupoli, pronti a uccidere senza recriminazioni. Nina, spinta dal padre adottivo, vittima anch’egli della violenza, la spinge a scappare oltre il fiume, dove troverà la casa di Alessio (Davide Silvestri), proprio il figlio dell’amico del padre, un giovane che vive da solo in una piccola casa di pietra sulla montagna, che la soccorre e si ritrova costretto ad accoglierla. È ora che Nina scopre di avere grandi poteri. L’incontro con il capobranco di un gruppo di lupi e la particolare sinergia che nasce tra i due le farà finalmente prendere coscienza di essere diversa, e che ciò è un dono. Che sia lei la nuova Reita che riporterà l’equilibrio tra uomo e natura? Non per niente, lei, infatti, è Nina dei lupi, ragazzina che, comunque, “io non voglio morire qua dentro, voglio vivere la mia vita, io voglio vivere felice!” Cosa pretendere di più se poi, tornata la corrente, riparte il CD di Nina Simone che canta “Feeling Good”? Vuol dire che la vita ritorna alla grande!
Il film di Antonio Pisu, figlio del celebre Raffaele e nipote di Mario, dopo i consensi ricevuti con il simpatico Est - Dittatura Last Minute, affronta una storia che tocca più di un genere. È infatti un dramma che sa fortemente di post apocalittico ma anche di distopico, di mistery, sfiorando l’horror e il survival, senza trascurare un aspetto niente affatto secondario, quello ecologico, quello della salvaguardia dell’ambiente. Il racconto lo dimostra ampiamente, perché senza la cura del nostro pianeta, qualsiasi grave imprevisto porterebbe l’uomo ad una situazione più che emergenziale. La caratteristica preminente è comunque la forza dei vari personaggi. Oltre a quello della protagonista, che domina dall’inizio alla fine sia per carattere e volontà, dimostrando la sua innata potenza naturale dalle origini misteriose e animalesche, il resto dei personaggi è un campionario completo. Alfredo ha combattuto come poteva per difendere la piccola e se si è sacrificato è stato solo per lei. Il tenebroso e spietato Fosco dirigeva un impianto di smaltimento rifiuti, ma poi, costretto dai debiti e dalla concorrenza ad utilizzare metodi illegali per compiere il proprio lavoro, ha visto precipitare la sua esistenza, fino al punto di considerare il giorno della sciagura come provvidenziale: per lui è un segno che lo porterà ad essere la guida di un gruppo di uomini alla ricerca della “terra promessa”. Per fortuna di tutti, il futuro, beneaugurante, sarà il ritorno dei lupi, calzini bianchi o meno, non importa.
Diana è l’insegnante del gruppo di ragazzi di Piedimulo. Dopo la laurea in antropologia si trasferisce a Piedimulo e la sua vita prende una piega del tutto inaspettata. La sua determinazione e la sua forza la renderanno l’unica vera rivale di Fosco e la sola guida spirituale per Nina. Alessio non si è mai dato pace da quando il padre è morto misteriosamente ed ora, isolato da tutti, vive come un eremita dal giorno della sciagura. La convivenza forzata con Nina lo porterà a ritrovare un senso per la propria esistenza. Il personaggio che fornirà più sorprese, negative soprattutto, è Giovanna (Caterina Gabanella), il cui disagio emotivo per non aver ricevuto più notizie del suo ragazzo, la porterà a compiere molti errori: con l’arrivo dei predoni, infatti, si offrirà volontaria per prendersi cura del figlio di Diana che è in forte pericolo ma, purtroppo, per garantirsi la sopravvivenza sarà costretta a sottomettersi alle richieste del violento Fosco.
Ce n’è per tutti, quindi, e lo svolgersi dei fatti darà ad ognuno la possibilità di esprimersi: la matrice letteraria con la descrizione dei caratteri è evidente. Sul lato cinematografico non nascondo che mi aspettavo di più. È senz’altro un buon film ma la direzione degli attori non è stata precisa e adeguata: alcuni hanno recitato un po’ sopra le righe, per fortuna non tutti, dal momento che altri sono stati molto bravi. Come peccato anche per qualche scena troppo elementare o eccessivamente didascalica (vedi il ritorno di Betta con il coltello insanguinato), teatrale, insomma. A prescindere dalla ottima Sara Ciocca, attrice ancora giovane ma già con molte presenze all’attivo (la sua performance dimostra ampiamente come si trovi a suo agio sul set), il migliore è Sergio Rubini, davvero molto in parte in un ruolo del tutto nuovo per lui, direi quasi impensabile: veramente bravo. Si distingue anche la sempre ottima Sandra Ceccarelli, anch’ella nuova in un ambiente tanto difficile per lei. Notevole pure Davide Silvestri, giovane attore con qualche film alle spalle ma molta TV.
I meriti della brava Sara Ciocca sono stati quelli di rendere bene l’idea selvaggia del personaggio, la sua grinta, la naturale predisposizione alla resilienza, ma nello stesso tempo le insicurezze tipiche della giovanissima età. Dimostrati dalle ricompense al film, presentato alle “Giornate degli autori” a Venezia.
Ben venga questo genere poco frequentato in Italia, dove, almeno tra i più notati, vengono annoverati pochissimi titoli: Shadows, La terra dei figli, Mondocane. Che Pisu si sia deciso a farlo è una novità, ora stiamo a vedere cosa succede.
Riconoscimenti
Festival di Venezia 2023
Premio NuovoIMAIE Talent Award a Sara Ciocca
Ciak d’Oro 2023
Rivelazione dell’anno a Sara Ciocca (condiviso con: Io sono l’abisso e Improvvisamente Natale)
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