Noi siamo infinito
(The Perks of Being a Wallflower) USA 2012 dramma 1h42’
Regia: Stephen Chbosky
Soggetto: Stephen Chbosky (romanzo epistolare ‘Ragazzo da parete’)
Sceneggiatura: Stephen Chbosky
Fotografia: Andrew Dunn
Montaggio: Mary Jo Markey
Musiche: Michael Brook
Scenografia: Inbal Weinberg
Costumi: David C. Robinson
Logan Lerman: Charlie Kelmeckis
Emma Watson: Sam
Ezra Miller: Patrick
Mae Whitman: Mary Elizabeth
Kate Walsh: sig.ra Kelmeckis
Dylan McDermott: sig. Kelmeckis
Melanie Lynskey: zia Helen
Zane Holtz: Chris Kelmeckis
Nina Dobrev: Candace Kelmeckis
Julia Garner: Susan
Johnny Simmons: Brad
Paul Rudd: prof. Anderson
Tom Savini: prof. Callahan
Joan Cusack: dott.ssa Burton
TRAMA: Charlie Kelmeckis è un nerd che legge tanto e parla poco. Sguardo triste, due dolori, due perdite scavano dietro quel sorriso dolce di chi forse non sa aprirsi alla vita, ma ci prova con tutte le sue forze. Charlie è intelligente, ma la sua testa, a volte, vaga. Forse per non tornare dov'è stata. Charlie è soprattutto un adolescente, uno che sta vivendo un'età in cui tutto è drammatico ed entusiasmante. Soprattutto se davvero hai una tragedia che ti cova dentro mentre stai vivendo qualcosa di meraviglioso.
Voto 6,5
“Non possiamo scegliere da dove veniamo, ma possiamo decidere dove andiamo da lì”.
Tratto dall'omonimo romanzo del 1991 di Stephen Chbosky (qui anche regista), è un autentico racconto di formazione adolescenziale che affronta senza moralismo ma con linguaggio schietto e senza paura tematiche care ai giovani: droga, omosessualità, sesso e perfino suicidio. Sono quindi i dolori e i turbamenti, attraverso la scoperta di sé e del mondo, l'amicizia, la sessualità e quell'improvvisa sensazione di infinito, vuoto e smarrimento che ci spaventano in quella età particolare, di fronte alla grandezza dei sentimenti che si provano e che sembrano mostri da affondare.
Il trio dei protagonisti è rappresentato da un bel tris di giovani attori, una già idolo dei teenager, gli altri a quei tempi in ascesa nel mondo del cinema: Emma Watson, Logan Lerman ed Ezra Miller sono perfetti, ognuno con le sue caratteristiche di presenza fisica e di recitazione, con una attenzione specifica per Ezra Miller, attor giovane di particolari movenze sceniche e gestualità. Sia il romanzo che il film centrano bene l’obiettivo. Ma no sono gli unici attor giovini che si son fatti notare.
Però devo confessare che, non conoscendo ancora il film, credevo di dovermi sorbire un tre metri sopra il cielo, invece mi sbagliavo. Intanto perché la storia pian piano prende i contorni e le sfumature di carattere psicologico e formativo e poi soprattutto perché almeno due attori sono veramente bravi e non hanno nulla a che vedere con gli interpreti del filmaccio italiano. Poi, è sì una storiella di studenti prossimi al college, i loro amori adolescenziali, le prime sbandate e le bravate di quella età, ma il protagonista è uno studente che trascina nella sua vita di timido ed educato ragazzo un problema che lo ha ferito profondamente: la morte di una sua zia ed il rapporto particolare che aveva con questa. Per sua natura già timido, silenzioso e introverso, comunica con difficoltà con il resto del mondo e specialmente con i compagni di scuola, fin quando non entra lentamente in sintonia con un giovanotto appena più grande e molto estroverso, oltre che gay. Caratteristica che lo porta, inevitabilmente per quella società tradizionale e bigotta, a scontrarsi con l’ambiente.
Logan Lerman, il protagonista, è veramente promettente: non era facile mostrare la timidezza e la continua indecisione del personaggio e gran parte della discreta riuscita del film è merito suo, assieme all’ormai affermato Ezra Miller, adattissimo alla parte affidatagli. Un gran bella coppia di attor giovani, assieme alla divetta Emma Watson.
La regia ha saputo mescolare tutto dando un discreto risultato.
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