North Country - Storia di Josey
(North Country) 2005 dramma 2h6’
Regia: Niki Caro
Soggetto: Clara Bingham, Laura Leedy
Sceneggiatura: Michael Seitzman
Fotografia: Chris Menges
Montaggio: David Coulson
Musiche: Gustavo Santaolalla
Scenografia: Richard Hoover
Costumi: Cindy Evans
Charlize Theron: Josey Aimes
Frances McDormand: Glory
Woody Harrelson: Bill White
Richard Jenkins: Hank Aimes
Sissy Spacek: Alice Aimes
Sean Bean: Kyle
Thomas Curtis: Sammy Aimes
Elle Peterson: Karen Aimes
Jeremy Renner: Bobby Sharp
Michelle Monaghan: Sherry
Linda Emond: Leslie Conlin
James Cada: Don Pearson
Xander Berkeley: Arlen Pavich
John Aylward: giudice Alsted
Corey Stoll: Ricky Sennett
Chris Mulkey: Earl Slangley
Rusty Schwimmer: Big Betty
Amber Heard: Josey adolescente
TRAMA: Dopo il fallimento del suo matrimonio, Josey Aimes torna nella sua cittadina natale nel nord del Minnesota con i suoi due figli. Qui trova lavoro in miniera, dove le donne non sono ben viste dai colleghi. Quando Josey trova il coraggio per denunciare gli abusi che lei e le altre sono costrette a subire, l'intera comunità e le sue stesse compagne di lavoro le si rivoltano contro.
Voto 7
A scrivere di questo film nel terzo decennio del XXI secolo è molto differente che parlarne al momento dell’uscita nelle sale, nel 2005. Le donne hanno fatto passi avanti nella loro affermazione dignitosa nella vita sociale e soprattutto nel campo lavorativo e professionale e il movimento #MeToo ha senz’altro aiutato, ma di strada, a dir la verità, non se n’è fatta molta e c’è ancora tanto da lavorare. Può sembrare un discorso retorico ma la verità è senza dubbio questa. Un po’, come nei riguardi di altri argomenti sociali, ha fatto anche il cinema, magari anche con soggetti di racconti realmente accaduti, così che faccia ancora più impressione. Come il buonissimo film di Niki Caro, la regista neozelandese che era alle prime armi (era il suo secondo lungo) e che si occupò del caso giudiziario Jenson v. Eveleth Taconite Co., che ispirò a sua volta Clara Bingham e Laura Leedy Gansler nella stesura del libro Class action: the landmark case that changed sexual harassment law.
L’importanza di quel caso è presto detta: c'è una ragione per cui oggi in moltissimi Paesi esistono leggi contro le molestie e le aggressioni sessuali. Quando gli uomini non rispettano le donne e hanno più potere fisico si presenta una situazione molto ingiusta e vergognosa. È un insulto e una vergogna per metà della popolazione umana. E tali leggi sono rese possibili da una storica causa per molestie sessuali presentata nel 1980 da minatrici nel nord del Minnesota. Il film di Niki Caro è ispirato a questa storia vera con i nomi e alcuni particolari adattati. Josey Aimes scappa coi figli dal marito manesco per tornare dai genitori che vivono nel Nord del Minnesota. Lì inizia a lavorare alla miniera locale, contro il volere del padre, anche lui minatore. Vessata, come le poche altre operaie, dalle umiliazioni verbali e fisiche dei colleghi maschi, per ottenere il dovuto rispetto decide di fare causa alla compagnia, anche a costo di esporre il proprio doloroso passato.
Josey e le altre poche minatrici affrontano continue molestie da parte degli uomini. Ci sono scene di lavoratori maschi che fanno commenti sessuali e battute pesanti. Ci sono anche alcuni esempi di trattamento più terribile nei loro confronti, tra cui lo sperma in un armadietto, un dildo in un cestino per il pranzo e parole dispregiative scritte sui muri con materiale fecale. Parlando di contenuti scabrosi, c'è anche una scena di stupro, non del tutto esplicita ma abbastanza da disturbare chiunque.
La regista gioca bene l'alternanza tra le scene lavorative e forensi dedicandosi al secondo percorso narrativo che è dedicato al dramma legale. Ciò avviene mediante l’alternanza tra la scomoda e ripugnante quotidianità nella miniera e le scene prima delle riunioni sindacali e poi delle udienze in tribunale, dove Woody Harrelson interpreta l'avvocato che Josey alla fine assume per aiutare a presentare una class action contro la compagnia mineraria. Il cast è davvero eccellente ma la presenza dell’attrice protagonista è clamorosa. Perché un’attrice dalla bellezza straripante per un fatto del genere? Charlize Theron sembra essere una di quelle attrici che trova più importanza in ruoli che enfatizzano il carattere piuttosto che l'aspetto fisico, arrivando persino ad avere un trucco che declassa il suo aspetto invece di migliorarlo. La dimostrazione eclatante la si era avuta un paio di anni prima in Monster dove era davvero irriconoscibile, prestazione premiata con il Premio Oscar.
È tutto il cast che brilla, senza eccezioni. Accanto alla bella protagonista, notevole è Frances McDormand (entrambe candidate agli Oscar, ai Golden Globe, ai BAFTA, ai SAGA): un vero trionfo di recitazione. Ed inoltre, da notare le belle prove di Woody Harrelson, Richard Jenkins e Sissy Spacek, a parte di Sean Bean, Jeremy Renner e Michelle Monaghan. Se il film colpisce duro, specialmente in alcune sequenze drammatiche (c’è anche una storia di malattia terminale) è perché l’ambientazione è senz’altro realistica e lo scopo è nobile.
Efficace è la sceneggiatura di Michael Seitzman e di pregio le musiche firmate da Gustavo Santaolalla.
Bellissimo film, nulla da eccepire.
2006 - Premio Oscar
Candidatura migliore attrice protagonista a Charlize Theron
Candidatura migliore attrice non protagonista a Frances McDormand
2006 - Golden Globe
Candidatura migliore attrice in un film drammatico a Charlize Theron
Candidatura migliore attrice non protagonista a Frances McDormand
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