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Ogro (1979)

Aggiornamento: 14 giu 2023


Ogro

Italia/Spagna 1979 dramma 1h55’


Regia: Gillo Pontecorvo

Soggetto: Julen Aguirre (Operacion Ogro)

Sceneggiatura: Giorgio Arlorio, Ugo Pirro, Gillo Pontecorvo

Fotografia: Marcello Gatti

Montaggio: Mario Morra

Musiche: Ennio Morricone

Scenografia: Rafael Palmero

Costumi: Javier Artiñano


Gian Maria Volonté: Ezarra

Eusebio Poncela: Txabi

Ángela Molina: Amaiur

José Sacristán: Iker

Saverio Marconi: Luken

Nicole Garcia: Karmele

Féodor Atkine: José María "Yoseba" Uriarte


TRAMA: Nei primi mesi del 1973 l'ETA progetta il sequestro dell'ammiraglio Luis Carrero Blanco, delfino del caudillo Francisco Franco, in cambio del quale verrà chiesta la liberazione di 150 detenuti politici. Ma quando Franco nomina Blanco presidente del consiglio, l'E.T.A. decide che l'ammiraglio deve essere ucciso.


Voto 7

Dopo i notevoli La battaglia di Algeri (1966) e Queimada (1969), l’ultimo film di Gillo Pontecorvo fotografa il periodo che riguarda la transizione verso la democrazia che ha generato sentimenti contrastanti all'interno dell'ETA, organizzazione il cui obiettivo principale era l'indipendenza del popolo basco dalla Spagna. Il film, infatti, descrive l'attentato del 20 dicembre 1973 all'ammiraglio Luis Carrero Blanco, presidente del governo spagnolo durante il franchismo. Il piano fu messo a punto da quattro uomini: Ezarra, il capo, Txabi, Iker e Luken, che sotto le finte spoglie di funzionari di banca, si installarono a Madrid e studiarono il piano, che in un primo tempo prevedeva il rapimento del militare, soprannominato Ogro (Orco), nella chiesa dove si recava a messa tutte le mattine. Tenuto in ostaggio dai rapitori, il governo avrebbe dovuto rilasciare 150 prigionieri politici baschi in cambio della sua liberazione.

Il piano cambiò quando Carrero Blanco venne designato presidente del governo: poiché le misure di sicurezza intorno a lui si erano moltiplicate, si decise di eliminarlo. I quattro attentatori vengono descritti intimamente dal regista nei loro pensieri e nei loro atteggiamenti durante gli otto mesi che precedettero l'attentato: mesi in cui, tra mille difficoltà, scavarono il lungo tunnel sotto la strada su cui sarebbe passato Carrero Blanco e che, pieno di dinamite, esplose scaraventando l'auto dell'ammiraglio dall'altra parte del palazzo davanti al quale transitava.

Il regista costruisce un thriller politico basato sul comportamento alquanto nervoso del gruppo che doveva agire, contrapponendo uno dei militanti, Txabi, e il personaggio femminile principale, Amaiur (Ángela Molina), compagna e madre del loro bambino, che raffigura la vera combattente Eva Forest, autrice con uno pseudonimo del libro Operazione Ogro. Come e perché abbiamo ucciso Carrero Blanco da cui è tratto il film. Pontecorvo si concentra maggiormente sulla disputa quotidiana tra il moderato Ezarra e il sempre focoso e pronto alla battaglia Txabi.

Film rigoroso, come di consueto per il regista pisano, fino ad essere in alcuni tratti quasi documentaristico, con un gruppo di attori eccellenti tra cui emerge ovviamente l’impegno di Gian Maria Volonté. La recitazione evidenzia come nel piccolo commando interagivano e convivevano idee differenti nel modo di agire e, nello stesso tempo, si ha l’impressione che la violenza non viene presentata dall' autore come l'unico modo per controbattere la durezza spietata del regime e per abbatterlo, anche perché il film usciva in Italia durante il terribile periodo degli anni di piombo e di certo non voleva essere un appoggio morale o un incoraggiamento alla causa terroristica nostrana. Tanto che, nonostante tutto, la pellicola subì non poche critiche da parte di certi ambienti politici.

In ogni caso, come narrato nel libro citato, il 20 dicembre del 1973, a Madrid, una detonazione di eccezionale potenza scagliava nel cielo l'auto sulla quale viaggiava l'ammiraglio. Attentato, poi anche rivendicato, che segna un passaggio fondamentale nella storia della principale organizzazione militare della sinistra indipendentista basca e, in Spagna, contribuì a disarticolare il destino della dittatura franchista, facilitando il faticoso percorso di transizione verso l'agognata democrazia. Libro a lungo oggetto di censura e persecuzione.

Importante la colonna sonora di Ennio Morricone.


Riconoscimenti

1980 – David di Donatello

Miglior regia



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