Piggy
(Cerdita) Spagna/Francia/Belgio 2022 horror 1h39’
Regia: Carlota Pereda
Soggetto: Carlota Pereda (corto)
Sceneggiatura: Carlota Pereda
Fotografia: Rita Noriega
Montaggio: David Pelegrín
Musiche: Olivier Arson
Scenografia: Oscar Sempere
Costumi: Arantxa Ezquerro
Laura Galán: Sara
Richard Holmes: lo sconosciuto
Carmen Machi: madre di Sara
Julián Valcárcel: padre di Sara
Irene Ferreiro: Claudia
Camille Aguilar: Roci
Claudia Salas: Maca
Pilar Castro: Elena
José Pastor: Pedro
Fernando Delgado-Hierro: Juancarlitos
TRAMA: Sara è continuamente presa in giro dalle ragazze della sua piccola città. Tutto però finisce quando uno sconosciuto rapisce coloro che la tormentano. Sara sa più di quello che dice e deve decidere tra il parlare e salvare le ragazze e il non dire niente per proteggere lo strano uomo che l’ha risparmiata.
Voto 6,5
Tratto dall’omonimo cortometraggio con il quale l’autrice ha vinto il Premio Goya, ci troviamo davanti ad un thriller (poi sarà necessario specificare quanto generi attraversa) piuttosto singolare, definibile sui generis, che ha l’obiettivo di puntare l’attenzione sul tema del bullismo, mettendo in scena una macabra vendetta. Focalizzato sulla costruzione psicologica e il disagio della protagonista, una novella Carrie White interpretata dalla brava Laura Galàn, l’opera non dimentica mai la sua natura di film di genere, offrendo momenti di grande tensione. Generi, si diceva: ebbene, si parte con i colori accesi della Spagna estiva, in cui si fa notare il vivace rosa femminile (come l’incarto delle tanto desiderate merendine), che alla fine si infiammerà nel rosso sangue. Per questo pare inizialmente una commedia, che ben presto diventa dramma con l’implacabile stalkeraggio delle tre amiche principali della protagonista che la vogliono bullizzare fino allo sfinimento, alla derisione completa e quindi all’annullamento della personalità della povera ragazza. Che ha l’unico torto di essere obesa, e tanto. Ma dopo qualche minuto siamo nel thriller assoluto, fin quando, le caratteristiche del revenge movie prende il sopravvento e dilaga nello slasher più totale.
Il titolo originale, come del corto originario, è traducibile in “maialina” e ciò dice molto di come le antipatiche ragazzine del paese starnazzano intorno alla povera Sara, che per questo evita di andare nella cosiddetta piscina per rinfrescarsi dal caldo estivo della Estremadura quando è probabile che ci siano le altre. La colpa è che il suo corpo non è conforme ai canoni ristretti che l’estetica vigente impone: è sovrappeso, motivo per cui viene derisa, presa di mira e bullizzata dalle coetanee. Pronti via e Carlota Pereda ci fornisce subito alcuni elementi di sviluppo: lì, a bordo della piscina naturale ci sono i tavolini del bar, dove il solito cafone del luogo infastidisce la cameriera davanti agli occhi di un giovane robusto e barbuto, dagli occhi chiari che scrutano tutto ciò che avviene intorno. È un indizio: lo sgarbo verso la ragazza viene notato dallo sconosciuto e durante i maltrattamenti che Sara subisce, per cui deve fuggire tuffandosi in acqua, si nota il corpo del maleducato del bar legato sul fondo. C’è un giustiziere violento in giro? È il primo segnale.
Ricapitolando, dopo l’aggressione da parte delle amiche/nemiche, che tra l’altro le hanno rubato la sacca dei vestiti, Sara è costretta a tornare a casa in bikini, rendendo il tragitto ancor più umiliante e aumentando, se fosse necessario, la rabbia e la vergogna. Ma lungo il percorso scopre con terrore che quelle stesse ragazze sono state rapite dall’uomo visto accanto alla piscina poco prima. Tornata a casa impaurita dagli eventi, soliti e nuovi, non svela nulla mentre intanto la polizia comincia ad indagare sull’assassinio del cliente del bar, e solo in seguito vengono sollecitati ad occuparsi della sparizione senza notizie delle tre giovani. Comincia a diventare tardi per iniziare le ricerche delle scomparse. La subdola vendetta di Sara è il silenzio, anche perché è diabolicamente attratta dallo sconosciuto.
Eros, pathos, thanatos, e poi sangue di macellaio e di killer, di animali e di persone. Tanti torrenti cominciano ad affluire nel fiume in piena di Carlota Pereda. E poi il buio della notte nel bosco quando Sara vuol indagare per suo conto, indecisa ancora se fare il possibile per salvare le amiche o entrare in contatto con l’uomo misterioso. L’incontro ravvicinato è degno di alcune scene di Alien, dei peggiori incubi metallici e dei sacrifici tramite i corpi umani: da aguzzine ad ostaggio, incatenate e destinate alle sofferenze a causa della vendetta che spinge il “difensore” di Sara, la Piggy, la cerdita presa in giro dalle coetanee che adesso chiedono disperatamente aiuto. La scia di sangue lasciata dal killer si è incrociata, quasi per coincidenza, con la sua fuga disperata e tra i due si stabilisce un sinistro e indefinibile legame, che costringe la protagonista ad avviarsi sulla strada di una brutale e ambigua emancipazione, sia dai vincoli familiari sia dallo sguardo giudicante degli altri.
Ecco perché sono più sottogeneri che si intrecciano: ora, nella parte mediana, siamo nel pieno revenge, non proprio cercato ma molto scorretto, trovato tramite altri e perfino a tratti compiaciuto. Per fortuna fino ad un certo punto perché, quando la giovane si rende conto veramente di quello che sta accadendo e che succederà lasciando mano libero allo sconosciuto, reagisce con furbizia, molta furbizia: fa finta di cedere alle sue avances e ribalta la situazione, da impaurita a coraggiosa perché disperata. Emancipazione completa!
Presentato, tra i vari festival, al Sundance e al San Sebastian, il film è diventato un piccolo caso perché si rivela come una cruenta alleanza tra villain e vittima, anche a causa del riconoscimento di una reciproca marginalità di entrambi i personaggi. Un horror rurale e rustico ma non rozzo, con una sceneggiatura non perfetta ma efficace che è piaciuto a molte giurie, raggiungendo apprezzamenti e premi qui e là, dedicando la centralità ad un corpo femminile che normalmente è relegato a ruoli secondari, di una adolescente in cerca di sé e della giusta allocazione.
Un racconto di formazione deforme che trova la strada per la riabilitazione in una piccola società che aveva creato una sorta di discriminazione. L’esordiente nel lungo Carlota Pereda promette bene e Laura Galán usa corpo e viso con bravura. Entrambe artefici della sequenza finale (girata come tutto il film in formato 1,33:1), un omaggio alla Carrie sanguinante e incendiaria di De Palma che torna alla base dopo che giustizia è fatta.
Tra i vari riconoscimenti, pari a 10 premi e 29 candidature:
Goya 2023
Miglior attrice emergente Laura Galán
Candidatura miglior regista emergente
Candidatura miglior attrice non protagonista a Carmen Machi
Candidatura miglior sceneggiatura adattata
Candidatura miglior produzione
Candidatura miglior trucco e pettinatura
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