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Suite francese (2014)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 16 feb 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 20 mag 2023


Suite francese

(Suite française) UK/Francia/Canada/Belgio 2014 dramma 1h47'


Regia: Saul Dibb

Soggetto: Irène Némirovsky (romanzo)

Sceneggiatura: Saul Dibb, Matt Charman

Fotografia: Eduard Grau

Montaggio: Chris Dickens

Musiche: Rael Jones

Scenografia: Michael Carlin

Costumi: Michael O'Connor


Michelle Williams: Lucille Angellier

Matthias Schoenaerts: Bruno von Falk

Kristin Scott Thomas: Madame Angellier

Sam Riley: Benoit

Ruth Wilson: Madeleine Labarie

Lambert Wilson: Visconte de Montmort

Margot Robbie: Celine

Alexandra Maria Lara: Leah

Harriet Walter: Viscontessa de Montmort


TRAMA: Durante i primi anni dell'occupazione nazista della Francia nella Seconda guerra mondiale, sboccia l'amore tra Lucile Angellier, una cittadina francese, e Bruno von Falk, un soldato tedesco.


Voto 6

Sono i primi mesi dell'occupazione tedesca della Francia. Nella cittadina di Bussy, la sposa di guerra Lucile Angellier (Michelle Williams) attende in forzata compagnia della suocera, fredda e dispotica, le rare notizie del marito prigioniero. Intanto, Bussy viene invasa dai soldati tedeschi, che prendono alloggio nelle le case degli abitanti. Nella villa di Madame Angellier viene dislocato l'ufficiale Bruno Von Falk (Matthias Schoenaerts). Sulle prime Lucille cerca di ignorare la sua presenza, ma ben presto i due giovani vengono travolti dalla passione.

Nasce da un romanzo postumo, scritto da una deportata non completato all'epoca e pubblicato solo nel 2004, grazie alla trascrizione fatta dalla propria figlia. È sia una sorta di eredità, una testimonianza indiretta di come l'umanità riesca a sopravvivere nei momenti peggiori, ma anche un bellissimo invito a un impegno necessario. Descrivendo la vita quotidiana di un villaggio occupato situato nel centro della Francia, il film affronta la lotta di classe, il disordine fisico o la facile meschinità, senza mai esprimere giudizi sui suoi diversi personaggi. La schiera di attori si dimostra sufficientemente all’altezza nel compito di illustrare un mondo dove il dubbio e l'umano sono al centro dell'interrogativo e quindi il conflitto diventa temporaneamente un dato di fatto, quasi esterno: la guerra c’è ed invade ma spesso è fuori campo. Utilizzando simboli a volte intelligenti (l'estinzione della fiamma di una candela a significare una consapevolezza e il passaggio all'azione, per esempio) o a volte meno leggeri (il fatto che il visconte, che è anche sindaco, parla tedesco), il film esprime un discorso che a volte sembra ingenuo in bocca alla sua eroina, a volte colpendo attraverso le azioni dei cittadini di questa città (vedi le lettere di denuncia, le piccole bugie con grandi conseguenze).

Grazie ad un lavoro sul suono, che suggerisce all'inizio bombardamenti e arrivi delle truppe, la messa in scena cerca di creare l’atmosfera per instillare tensione alla trama, e anche l’uso della musica, evitando di essere troppo forte, contribuisce al suo mantenimento per tutto il film. Alla fine, il regista Saul Dibb, che preferisce spesso film in costume o nei tempi di guerra (1918 – I giorni del coraggio, La Duchessa), punta decisamente alla emotività e alla tragedia, come quando la protagonista incontra la moglie del mezzadro, torturata, o la scena finale con la partenza in auto. Questo almeno negli intenti, perché, personalmente, trovo che il film cali parecchio proprio in quella maledetta seconda parte, che trascina stancamente l’aspetto romantico della storia. Ed inoltre, sempre a mio parere, chi è fuori luogo veramente è Matthias Schoenaerts, un attore per ruoli più tosti e quindi non adatto a questo personaggio così votato al romanticismo: una dimostrazione si avrebbe andando a riguardare film più adatti a lui, come il bellissimo Bullhead - La vincente ascesa di Jacky, che è davvero perfetto per lui, film imperdibile ma fantasma.


Il film è tratto, come detto, dall'omonimo libro pubblicato nel 2004 e diventato un caso letterario, molto bello e ben curato soprattutto nella prima parte, prima della storia d'amore descritta, che racchiude le due novelle ritrovate dopo 60 anni da Denise Epstein, figlia di Irene Nemirovsky, autrice d'origine ebraica, ucraina di nascita e francese d'azione, morta 39enne ad Auschwitz nel 1942. Saul Dibb ha cercato di trasportare al meglio il contenuto e il senso del celebre romanzo ma il film gli è sfuggito di mano e non è riuscito a realizzare ciò che era atteso. Insomma, un po' deludente e piatto, nonostante i gran nomi del cast (come Michelle Williams, Sam Riley, Ruth Wilson, Lambert Wilson, Margot Robbie, Alexandra Maria Lara, Tom Schilling) ed una superlativa Kristin Scott Thomas.



 
 
 

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