top of page

Titolo grande

Avenir Light una delle font preferite dai designer. Facile da leggere, viene utilizzata per titoli e paragrafi.

Cerca
Immagine del redattoremichemar

The Lost King (2022)


The Lost King

UK 2022 commedia biografica 1h48’

 

Regia: Stephen Frears

Soggetto: Philippa Langley, Michael Jones (The King's Grave: The Search for Richard III)

Sceneggiatura: Steve Coogan, Jeff Pope

Fotografia: Zac Nicholson

Montaggio: Pia Di Ciaula

Musiche: Alexandre Desplat

Scenografia: Andy Harris

Costumi: Rhona Russell

 

Sally Hawkins: Philippa Langley

Steve Coogan: John Langley

Harry Lloyd: Riccardo III

Mark Addy: Richard Buckley

Amanda Abbington: Sheila Lock

James Fleet: John Ashdown-Hill

Lee Ingleby: Richard Taylor

 

TRAMA: La storica dilettante Philippa Langley si mette sulle tracce dei perduti resti di Riccardo III. Per raggiungere il proprio intento deve non solo far ricredere gli scettici, ma anche trovare i fondi necessari e lottare con una patologia debilitante.

 

Voto 6,5

Di gente ossessionata da una convinzione (di qualsiasi tipo) è pieno il mondo cinematografico e letterario. Di gente che, a ragione, insegue il progetto di dimostrare che la propria tesi, che sembra troppo ipotetica, sia realisticamente attendibile lo è anche. Se uniamo le due prerogative e le instilliamo in una persona testarda che non si ferma davanti a alcuna difficoltà, eccoci allora davanti ad una storia che sta tra l’avventura e la ricerca. Meglio ancora se questa è una donna, ostinata come tutte le donne quando hanno ragione, convinta della sua teoria, anche se non facilmente dimostrabile. Stephen Frears, notoriamente amante delle storie più disparate e della varietà dei generi da affrontare, coadiuvato dalla scrittura di Jeff Pope e Steve Coogan (qui ovviamente anche interprete), ci narra le (dis)avventure di una signora appassionata di storia che, pur essendo quindi una semplice dilettante in materia, si intestardisce nella convinzione di saper ritrovare le spoglie del re Riccardo III, scomparse da oltre cinque secoli. Ma scomparse nel senso che sono sempre considerate disperse in seguito alla sua morte avvenuta sul campo di battaglia.

La Storia inglese racconta delle vicissitudini di questo Re in uno dei tanti momenti storici di guerra tra dinastie reali per sedere sul trono. Egli vi arrivò per vie traverse e durante una battaglia decisiva, con i rivali nei pressi di Leicester, perse la vita divenendo così l’ultimo re inglese a morire in battaglia e uno dei pochissimi a cui accadde su suolo inglese. La battaglia segna tradizionalmente la fine della guerra delle Due Rose e l’ascesa al trono della dinastia Tudor con Enrico VII. Anche William Shakespeare scrisse della sua vita, descrivendolo crudele e ambizioso. Per vendetta dei suoi nemici il suo corpo fu mutilato e immediatamente sepolto (più che altro per spregio) in un luogo rimasto sempre sconosciuto. Nel 2012, dopo 500 anni i resti di re Riccardo III vengono ritrovati sotto un parcheggio, ovviamente di Leicester. La ricerca venne orchestrata da una casalinga di Edimburgo, Philippa Langley, e la scoperta fu la conclusione logica di anni di ossessive indagini, durante i quali si guadagnò, purtroppo per lei, l’incomprensione di amici e familiari e lo scetticismo di esperti e accademici.

Il film, più che celebrare gli eventi storici, rivolge l’attenzione a questa povera donna inascoltata per tanto tempo, persino derisa. Vivendo a Edimburgo, Philippa (Sally Hawkins) perde una promozione lavorativa a favore di una donna meno esperta ma di bell’aspetto. Si confronta senza successo con il suo capo maschio per essere stata scavalcata e si appella anche al fatto che la sua encefalomielite mialgica, la malattia che l’affligge, non ha mai influenzato il suo lavoro. È sconvolta e per giunta il suo ex marito John (Steve Coogan), che la aiuta con i loro due figli adolescenti, le dice di mantenere il suo lavoro perché hanno bisogno di soldi. Qualche giorno dopo ella assiste alla rappresentazione teatrale del Riccardo shakespeariano e si identifica talmente con il personaggio che ritiene sia stato ingiustamente diffamato come gobbo, assassino di bambini e usurpatore. Comincia addirittura ad avere visioni del re, che le appare come fosse reale (in entrambi i sensi?). Si unisce allora alla locale “Società di Riccardo III”. associazione che crede che sia stato ingiustamente diffamato dai propagandisti della stirpe Tudor. Da quel momento, dopo essersi licenziata dal lavoro, dedicherà la vita alle ricerche delle spoglie reali, convinta di aver intuito dove sono completamente dimenticate.

Ma chi mai le crederà? Perfino i componenti dell’associazione sono perplessi, non parliamo degli esperti locali e dell’archeologo dell’Università di Leicester, Richard Buckley. Ma è tanta l’energia e la passione che Philippa ci mette che riesce a trascinare anche gli scettici e quando, incredibilmente, la ricerca, che comporta costosi scavi, quindi. anche difficoltà a reperire i fondi necessari, la fossa con lo scheletro del re viene rinvenuta, la felicità della donna è enorme e giustificata da un successo in cui solo lei aveva creduto. Una storia a buon fine? Ma niente affatto! Sarebbe stato un film facile ed una storia felice, ed invece.

Invece - e fa bene Stephen Frears a deviare la nostra attenzione, anche perché è successo davvero così – ecco l’amarissimo risvolto della questione di genere e della supponenza maschilista: al momento del trionfo e del successo scientifico, la povera Philippa viene messa da parte e i meriti della eccezionale scoperta le vengono sottratti, assunti invece dall’Università che si era rifiutata di aiutarla e dall’archeologo che adesso l’ha tradita. Trascurata e dimenticata, la donna soffre da sola, rimediando soltanto – e non è poco - la riunione con il marito e la famiglia ricostituita. Ma siccome il tempo non solo guarisce tutto ma è, come da proverbio, galantuomo, il Re Riccardo III riceve un degno funerale e la meritata riabilitazione sul sito web della famiglia reale, che lo reintegra come legittimo re d’Inghilterra dal 1483 al 1485. E soprattutto, rullo di tamburo, come si legge nei titoli di coda, Philippa Langley è stata insignita dalla importantissima onorificenza dell’Ordine dell’Impero Britannico per il suo lavoro, finalmente ed ufficialmente riconosciuto, anche se a molti anni di distanza dalla sua caparbia scoperta. Una ricompensa dovuta, ma quanta fatica per una donna per vedersi riconosciuto il lavoro e l’impegno riversato! È difficile ancora oggi per una donna essere messo sullo stesso livello di merito e di riconoscimento salariale, figuriamoci anni fa, tempi in cui una donna aveva serie difficoltà a farsi rispettare professionalmente.

Non è certamente la prima volta che Stephen Frears si tuffa in un progetto che vede la donna in primissimo piano: basti pensare ai personaggi di Lady Henderson, la regina Elisabetta, Chéri, Tamara Drewe, Philomena (ancora con il brillante Steve Coogan), Florence, Vittoria, tutte femmine impegnate in imprese sottovalutate dal maschio. E anche questa volta serviva una buona interprete, pena il fallimento dell’operazione. Conosciamo tutti la bravura di Sally Hawkins ma questa attrice è capace di sorprenderci ogni volta. Il film non è trascendentale ma lei lo rende avvincente con la forza della sua credibilità, mettendoci il medesimo impegno e la stessa tenacia, caparbietà e testardaggine del suo personaggio. Se Philippa arriva fino in fondo, lei usa la stessa grinta per non arrendersi mai: il tempo passa per tutti e anche lei non è più la sbarazzina quarantenne che ha conosciuto il successo, oggi è quasi una cinquantenne dimagrita e rimpicciolita, pettinatura da paggetto intonata al tema, ma sempre con la stessa determinazione, che è una dote che lei sa utilizzare con profitto.

A cavallo tra Storia, archeologia, burocrazia, flemma e tradizione inglese, sessismo e un pizzico di fantasy, con le “visioni” che assillano la protagonista, il film viaggia tra la commedia e il dramma di alcuni momenti, ma non perde mai il consueto filo dell’umorismo che il regista ama condire il suo cinema.

Una commedia leggera che sta in piedi un po’ per la vicenda abbastanza particolare e tanto per merito dell’empatia che l’attrice sa stabilire con il pubblico.


6 visualizzazioni0 commenti

Post correlati

Mostra tutti

Land (2018)

Comments


Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

bottom of page