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Un matrimonio all'inglese (2008)

Aggiornamento: 18 feb 2022


Un matrimonio all'inglese

(Easy Virtue) UK/Canada 2008 commedia 1h37’


Regia: Stephan Elliott

Soggetto: Noël Coward (piéce)

Sceneggiatura: Stephan Elliott, Sheridan Jobbins

Fotografia: Martin Kenzie

Montaggio: Sue Blainey

Musiche: Marius De Vries

Scenografia: John Beard

Costumi: Charlotte Walter


Jessica Biel: Larita Huntington

Colin Firth: Jim Whittaker

Kristin Scott Thomas: Veronica Whittaker

Ben Barnes: John Whittaker

Kris Marshall: Furber

Kimberley Nixon: Hilda Whittaker

Katherine Parkinson: Marion Whittaker

Charlotte Riley: Sarah Hurst

Pip Torrens: Lord Hurst

Christian Brassington: Philip Hurst

Jim McManus: Jackson


TRAMA: Una giovane americana, emancipata e dedita alle corse automobilistiche, conosce a Montecarlo il rampollo di una facoltosa famiglia inglese. I due si sposano e vanno in Inghilterra, dove la ragazza conoscerà i suoceri e le due cognate. La convivenza non sarà facile per nessuno.


Voto 6,5

La prima particolarità che salta agli occhi è che il regista (ma anche attore, sceneggiatore, musicista e altro ancora a seconda delle varie occasioni capitategli) Stephan Elliott si cimenta con la commedia classica all’inglese dopo aver seminato tutti gli indizi a carico della sua reale specialità. Nel senso che lui è l’autore di film della più svariata specie, dallo stravagante e divertentissimo Priscilla - La regina del deserto al thriller paranormale The Eye - Lo sguardo e dopo questo film, che più classico non si può, si è buttato a capofitto nella commedia quasi demenziale di Tre uomini e una pecora. Ma solo per fare alcuni esempi.

Quindi eccoci ad una commedia teatrale di Noël Coward scritta nel 1924, opera ambientata nell'Europa del primo dopoguerra, in cui un giovane inglese si innamora di Larita, americana stravagante e indipendente. La storia non ha inizio però nella terra di Albione, bensì vede gli albori in Francia intorno agli anni ’30, dove la bionda Huntington è un'affascinante donna di Detroit, già vedova e decisamente troppo emancipata per la sua epoca, essendo addirittura una pilota automobilistica, diventata famosa per aver vinto il Gran Premio di Monaco battendo i suoi colleghi maschi. Nel frattempo, John Whittaker, rampollo di una nobile famiglia inglese, si trova in vacanza in Costa Azzurra dove i due si incontrano, s'innamorano e subito si sposano, all'insaputa della rigida e tradizionalista famiglia del ragazzo. Inizio folgorante per una commedia all’inglese!

Quando si presentano nella lussuosa casa di lui, apriti cielo! Ovviamente, i primi scontri tra suocera e nuora non si fanno attendere e ognuna utilizzerà le armi che riterrà opportune, senza pietà, con comportamenti e tattiche manipolatorie e dispetti immediati. E in mezzo il giovanottone che rimbalza come un ostaggio. Il problema principale è che l’americana è troppo spigliata e non è dotata di quello stile e quella classe con cui gli inglesi nobili sono stati abituati e soprattutto la mancanza della distinzione del classismo sociale.

La dominatrice di casa è Veronica Whittaker, che vorrà portare le “danze” contrapponendosi ad ogni iniziativa sbarazzina della bella americana, anche perché uno scandalo del passato minaccia di interrompere quel matrimonio indigesto. Una convivenza piuttosto agitata.

C’è un personaggio che parte piano, in sordina, quasi invisibile per diversi minuti: è Jim Whittaker, il padrone di casa, o meglio quello che porta i pantaloni ma che non ha alcun potere in famiglia. Reduce della Grande Guerra, dove ha visto morire tutti i suoi amici, i dipendenti della casa, i parenti e parecchi concittadini, è rimasto scosso e sfiduciato e non prova interesse per le beghe familiari e per quella donna che tiene tutti in scacco con la sua alterigia. Spesso indisponente e rigida, Veronica Whittaker non è più la donna che aveva amato e lui se ne sta sempre in disparte e con la barba sfatta, magari a riparare una vecchia moto nella stalla, lontano da tutti, sfogando la solitudine fumando e bevendo. L’uomo trova insperatamente una sponda nella nuova arrivata: il carattere indipendente, la modernità di visione e la voglia di scappar via da una famiglia che non la ha accolta come sperava e in più, data la mollezza del nuovo marito che non riuscirà mai a tagliare il cordone ombelicale dalla mamma, quando annuncia di volersene andare, dà una scossa alla apatia di Jim, che non solo le concede un tango nel momento più difficile della permanenza dell’americana ma con un colpo di teatro clamoroso prende una decisione più che mai impensabile.

Battibecchi mai drammatici ma brillanti che divertono nel clima sempre teso della situazione creatasi. Merito principalmente di un cast adattissimo che vede Kristin Scott Thomas perfettamente nel ruolo di suocera agguerrita, mentre l’avvenenza di Jessica Biel (ogni volta che appare in cima alle scale perfettamente truccata e fasciata in eleganti abiti da sera le donne la guardano con invidia, gli uomini sono lì per lì per svenire affascinati) strega anche il suocero Colin Firth, che dopo la brutale esperienza della Grande Guerra ora disprezza il conformismo della moglie e dei loro amici altolocati.

Immancabile la presenza del maggiordomo che attira le simpatie dello spettatore perché si schiera, sommessamente dato il ruolo che svolge nella grande villa, con la bellissima ospite. L’attore è un habitué del regista ed è quel simpaticone di Kris Marshall.

Nel finale, prima Larita rivela la verità sui retroscena della morte del primo marito, che scuote tutti gli astanti, poi dà una lezione di sentimenti al secondo: “Mio caro, tu non sai cos’è l’amore. Non sai cosa vuol dire amare qualcuno, al punto di fare qualsiasi cosa per un altro. […] Non credo che tu avresti potuto amarmi così.

Finale con sorpresa: “Bene, mia cara. Quando le parti diventano dure, i duri partono!”.

Film simpaticissimo!


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