Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan
(Magnum Force) USA 1973 poliziesco 2h4’
Regia: Ted Post
Sceneggiatura: John Milius, Michael Cimino
Fotografia: Frank Stanley
Montaggio: Ferris Webster
Musiche: Lalo Schifrin
Scenografia: Jack T. Collis
Costumi: Jules Melillo, Glenn Wright
Clint Eastwood: Harry Callaghan
Hal Holbrook: ten. Neil Briggs
Mitchell Ryan: ag. Charlie McCoy
David Soul: ag. John Davis
Felton Perry: isp. Early Smith
Robert Urich: ag. Mike Grimes
Kip Niven: ag. Red Astrachan
Tim Matheson: ag. Phil Sweet
Tony Giorgio: Frank Palancio
Christine White: Carol McCoy
Margaret Avery: prostituta
Richard Devon: Carmine Ricca
TRAMA: Un sindacalista, assolto per insufficienza di prove dall'accusa di omicidio, viene ucciso insieme ai suoi uomini. Callaghan, emarginato ai servizi urbani per la sua nota indisciplina, rientra in pista. I suoi sospetti finiscono per rivolgersi su alcuni giovani agenti della polizia. Dopo che anche il suo compagno di indagini è stato ucciso, Callaghan si scatena e liquida lo squadrone della morte.
Voto 6,5
Due anni dopo il successo di Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!, come c’era da aspettarsi, ecco il sequel delle avventure di Harry “Dirty” Callaghan, che armato di quella potente pistola, continua a fare giustizia in maniera sbrigativa, soprattutto quando i tribunali molto spesso non riescono a farla per mancanza di prove certe e i sicuri colpevoli la fanno franca. Che l’arma sia lo strumento della pena capitale lo si intuisce anche al di qua dell’oceano dal titolo originale sempre magniloquente: la forza o la potenza o in sintesi la giustizia della Magnum. E più precisamente la Smith & Wesson modello 29 calibro 44 Magnum. Guai a incrociare il viso arrabbiato di Harry se hai la coscienza sporca.
Non c’è più il suo maestro Don Siegel, allora Clint Eastwood si rivolge al più modesto Ted Post, (che già lo aveva diretto in tv e a cinema in Impiccalo più in alto nel 1968) ma ha in mano una sceneggiatura firmata dall’ideatore John Milius e da un nascente astro chiamato Michael Cimino. Una sceneggiatura dove risulta chiaro che ormai il cinema americano ha sdoganato bellamente le uccisioni violente e le immagini parlano da sole. Non è che lo schema sia un thriller in cui l’enigma da risolvere sia difficile, anzi tutt’altro. Perché i sospetti cadono presto e diventano quasi certezze e tocca quindi a Harry Callaghan prendere iniziativa per porre fine alle operazioni delittuose della squadra della morte.
A qualcuno è piaciuto di più del primo, a qualcuno meno, oggi sono certamente film datati e se si fanno ammirare è solo perché i personaggi di Clint hanno fatto, nel bene e nel male, la storia del cinema americano di quei decenni: poi, da autore vero, ha cambiato registro e la qualità è migliorata sempre più, fino ad arrivare ai capolavori (o quasi) firmati da anziano.
Questo film, comunque, non è all’altezza del prototipo di Don Siegel ma resta un poliziesco solido e godibile.
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