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Vesper (2022)

Vesper

Lituania/Francia/Belgio/UK 2022 fantascienza 1h54’

 

Regia: Kristina Buozyte, Bruno Samper

Sceneggiatura: Kristina Buozyte, Bruno Samper, Brian Clark

Fotografia: Feliksas Abrukauskas

Montaggio: Suzanne Fenn, Justin MacKenzie Peers

Musiche: Dan Levy

Scenografia: Raimondas Dicius, Ramunas Rastauskas

Costumi: Dovile Cibulskaite, Christophe Pidre, Florence Scholtes

 

Raffiella Chapman: Vesper

Eddie Marsan: Jonas

Rosy McEwen: Camelia

Richard Brake: Darius

 

TRAMA: In un mondo in cui l’ecosistema è ormai collassato e la sopravvivenza del genere umano in pericolo, una tredicenne Vesper lotta per salvarsi insieme al padre, paralizzato. L’incontro con una ragazza piena di segreti le permetterà di raccogliere le forze e usare ingegno, energia e abilità da bio-hacker per costruirsi un futuro.

 

Voto 6,5



In un futuro post-apocalittico, la tecnologia genetica ha fallito nel salvare la Terra. Vesper, coraggiosa ragazzina 13 anni, lotta per sopravvivere con la responsabilità di sostenere e tenere in vita il padre Darius afflitto da una grave paralisi. Un giorno, lungo la strada, incontra Camelia, una misteriosa ragazza scappata col padre dalla Cittadella per motivi da spiegare e caduta al suolo con il velivolo che li trasportava. È, difatti, braccata da un uomo brutale e nasconde segreti che potrebbero cambiare il destino dell’umanità. Vesper dovrà usare il suo ingegno per salvare tutti. Ci riuscirà?



Sebbene la premessa della storia drammatica si svolga in un mondo post-apocalittico di fantascienza, la sua storia è universale e abbastanza riconoscibile da farlo sembrare quasi un racconto di formazione e di resilienza. Il cinema di fantascienza usa abitualmente due tipi di ambientazioni: o quello della altissima tecnologia ed eventualmente in una società distopica, oppure un mondo come questo, dove regnano la fame, la miseria, la disperata ricerca di cibo per sopravvivere, o magari l’acqua che è sparita dalla Terra e così via. Ecco, ora siamo nel secondo caso: ambiente inabitabile e disperata ricerca di semi che possano nutrire la scarsa popolazione sparsa nelle terre inospitali. Per giunta con bande che commerciano in sangue (utile e pagato bene dai privilegiati delle cittadelle) e nemici ovunque. E distopia.



Con l’omonima protagonista, Vesper, che impara a trovare la sua strada e ad assumersi le responsabilità in un mondo senza speranza, le avventure che incontra e la scelta finale che deve fare la trasformano in una bella storia di speranza. La Terra è una landa desolata; gli esseri umani avevano tentato di prevenire la crisi ecologica investendo in gran parte nella tecnologia genetica, ma il processo alla fine è fallito; virus geneticamente modificati e altri organismi nocivi si sono sparsi ed hanno fatto moltissime vittime; il cibo manca. È un quadro desolante anche perché da un lato ci sono i ricchi e i benestanti che vivono in quelle città protette, le “cittadelle”, e dall’altro tutti gli altri, a cui non è mai permesso di entrarvi. In un mondo del genere, Vesper è una adolescente con un talento eccezionale per studiare gli organismi di questo nuovo mondo e creare nuova vita mescolandoli tra loro.



Vesper vive in una casa nella foresta con il padre Darius, che è paralizzato e può comunicare solo attraverso un drone, una sorta di androide rotondo, una sfera che veleggia nell’aria e accompagna ovunque, in sostituzione del genitore costretto a letto, la giovane intraprendente, la scienziata in erba che ha un coraggio da leone e non ha paura mai di nulla, pur di salvaguardare la salute e la vita del padre e di cercare i semi che vorrà modificare affinché producano più volte il loro frutto, a differenza degli altri che funzionano solo una volta e basta. Per contro, la madre di Vesper ha lasciato la famiglia per unirsi a un gruppo di persone chiamate “pellegrini”, che vivono raccogliendo rottami.



Ma l’avversario numero uno è lo zio, Jonas (Eddie Marsan, sempre bravo ma mai visto in un ruolo così villain), fratello del padre, che commercia con i potenti con il sangue che ricava dai bambini tenuti nel suo anomalo orfanotrofio e che, spinto dai propri interessi, maltratta e non aiuta mai la nipote. Difatti, Vesper e Camelia saranno in pericolo proprio a causa sua, anche perché, chiave di volta della situazione, l’unico trasmettitore disponibile nei paraggi è nelle sue mani.



Il film esplora temi di sopravvivenza, ingegno e speranza in un mondo devastato, offrendo una visione cupa ma affascinante del futuro: non ci resta che sperare nella forza, nella abilità e nella notevole intelligenza di Vesper, nel suo enorme talento: tifiamo tutti per lei. Ecco il perché della speranza.



Come si può intuire, non è un film ad alto budget, tutt’altro, e la coppia in regia se la cava egregiamente: un piccolo film con grandi intenzioni. Ottime le due protagoniste: Raffiella Chapman e Rosy McEwen danno vita ad una alleanza, partita male all’inizio per evidenti motivi di diffidenza, ma che dopo diventa una sorellanza commovente. Bello e drammatico il finale.

Anche con pochi soldi e senza grandi effetti speciali si possono fare film decenti.



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