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Wall Street (1987)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 9 mar 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Wall Street

USA 1987, drammatico, 2h6'


Regia: Oliver Stone

Sceneggiatura: Stanley Weiser, Oliver Stone

Fotografia: Robert Richardson

Montaggio: Claire Simpson

Musiche: Stewart Copeland

Scenografia: Stephen Hendrickson, John Jay Moore, Hilda Stark

Costumi: Ellen Mirojnick


Michael Douglas: Gordon Gekko

Charlie Sheen: Bud Fox

Daryl Hannah: Darien

Martin Sheen: Carl Fox

Franklin Cover: Dan

Tamara Tunie: Carolyn

Terence Stamp: Sir Larry Wildman

Sean Young: Kate Gekko

James Spader: Roger Barnes


TRAMA: Il giovane Bud lavora come agente di Borsa per una società quotata a Wall Street. Vero yuppie newyorchese, Bud viene preso sotto la protezione di Gekko, uno spregiudicato affarista che domina il mercato, rovinando spesso i piccoli risparmiatori con i suoi intrallazzi. Ma quando Gekko adotta i suoi metodi anche nei confronti della ditta presso la quale lavora il padre di Bud, il ragazzo apre gli occhi.


Voto 7,5


Michael Douglas fino a questo momento vestiva normalmente i panni del bravo ragazzo, tranne incattivirsi, ma a fine di commedia, per All’inseguimento della pietra verde. Finché non si è fatto vivo Oliver Stone offrendogli un ruolo simile a quello del padre Kirk che in alcuni film era davvero il cattivo della situazione. Siamo all’epoca che osannava gli speculatori finanziari come astri nascenti del nuovo capitalismo e Stone è proprio il regista ideale per alzare il velo che copriva il marciume del cuore pulsante della Grande Mela. Charlie Sheen è Bud Fox, giovane broker pronto a vendere l’anima per realizzare il colpo grosso e Gordon Gekko è il suo guru.


Dedicando il film al padre, Oliver Stone non rivela moltissimo di quel mondo ma quanto basta per farci rimanere incantati ed esterrefatti. Adottando anche la tecnica dello spleet screen ci fa riflettere sulla complessità di un mondo in cui gli affari migliori si concludono in contemporanea. Tecnica che si rivela efficacissima per mantenere alto il ritmo della narrazione.


Hollywood si è spesso occupata di questo tema ma la neo-casta – almeno per quei ruggenti anni ’80 – dello yuppie è una novità notevole, che offre altri spunti di riflessione da parte degli osservatori e del cinema, soprattutto americano. Sicuramente quel mondo si evolve e si è evoluto eccome e il regista è tornato dopo ben dodici anni sull’argomento, ricordandoci che “il denaro non dorme mai”, andando come suo costume sempre all’attacco delle materie che lo interessano, sempre graffiando con forte polemica.


Dopo il Vietnam e la guerriglia sudamericana, Oliver Stone quindi scorrazza nella giungla di Wall Street e fa come i pistoleri senza nome del Far West: non risparmia nessuno, fa tabula rasa. Ma mai avrebbe immaginato, almeno in quegli anni, l'evolversi attuale del rampantismo finanziario, i derivati della borsa e la crisi dei maledetti derivati, con tutto il crollo derivatone.


Michael Douglas pare nato apposta per questo personaggio, praticamente perfetto e premiato infatti con l'Oscar. Il suo è un ruggito di leone di razza.



 
 
 

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